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Monti-Renzi. Risparmi tassati del 130% in più

Dal governo Monti fino a quello Renzi sono stati introdotti tanti di quei balzelli da far rimpiangere il gettito che diede la rapina sui conti correnti adottata dal governo Amato la notte del 9 luglio del 1992 e che portò ad un gettito tre volte inferiore alle attuali

Monti-Renzi. Risparmi tassati del 130% in più

C'è un'idea tanto diffusa quanto falsa in materia fiscale, secondo la quale in Italia non ci sarebbero imposte patrimoniali di un certo peso. La cosa è ovviamente del tutto falsa. È uno di quei miti della sinistra, coltivati ad hoc, per introdurre nuove e maggiori imposte che «riequilibrino» (come dicono loro) il carico fiscale. Della casa e della follia economica dell'Imu-Tasi abbiamo parlato più volte. Lo sapete ormai a memoria che tra il 2011 e oggi il gettito di queste imposte immobiliari è cresciuto di 16 miliardi. Sulla sola prima casa è stata introdotta una patrimoniale che vale circa quattro miliardi di euro.

Il centro studi Impresa Lavoro (da tenere d'occhio per i suoi ottimi e combattivi paper) ha realizzato una ricerca sulle imposte patrimoniali sui nostri risparmi introdotte a partire dal 2011. Utilizzando solo dati ufficiali, ne esce un quadro incredibile. In soli quattro anni le imposte sui nostri risparmi finanziari sono passati da 7 a 16 miliardi di euro, con un balzo di nove miliardi di euro e pari al 130 per cento.

Per fare un paragone, possiamo dire che gli italiani pagano una tassa sui loro risparmi che è più che doppia rispetto a quella che pagano sulla prima casa. Dal governo Monti fino a quello Renzi sono stati introdotti tanti di quei balzelli da far rimpiangere il gettito che diede la rapina sui conti correnti adottata dal governo Amato la notte del 9 luglio del 1992 e che portò ad un gettito tre volte inferiore alle attuali. E per di più per una volta sola.

Il problema è che queste imposte sono striscianti, silenziose, in pochi si rendono persino conto di pagarle: le banche fanno le trattenute per noi. La metà del maggior gettito e cioè la bellezza di quattro miliardi l'anno (quanto rende la tassa sulla prima casa) arriva dai bolli sui nostri conti correnti, depositi e conto titoli. Raddoppiati alla chetichella, da una finanziaria all'altra. Li chiamano bolli, ma sono batoste.

Gli italiani hanno due forme di risparmio. Una è quella immobiliare e sono riusciti a metterla al tappeto. L'altra è quella finanziaria e la Banca d'italia la calcola pari a 3.800 miliardi di euro. E anche su questa lo Stato ci sta andando pesante. Con una sola eccezione: i prodotti che proprio lo stato smercia, e cioè i titoli di Stato. Per loro sono rimaste immutate le tasse sui guadagni finanziari che generano. Ma attenzione non sulla loro giacenza sui vostri conti, per cui si pagano questi famigerati bolli. Ora non più in misura fissa.

Insomma siamo circondati. Non resta che arrenderci. Ormai non c'è forma di patrimonio che non sia tassata, alla faccia della sua presunta esenzione. E ce ne stiamo accorgendo. Qualcuno si renderà finalmente conto dell'effetto povertà che tutte queste repentine innovazioni fiscali, non compensate da tagli in altre componenti tributarie, hanno generato nella classe media italiana. Con l'effetto non secondario di scoraggiare il consumo, riducendone la propensione. Per rendere la situazione ancora più drammatica (dal punto della psicologia economica) i rendimenti nominali si sono drasticamente abbassati, compromettendo ogni tipo di illusione finanziaria. È un bene dal punto di vista macro, ma da quello strettamente microeconomico ciò rende sempre più evidente e trasparente il ruolo della tassazione in termini assoluti.

Ricapitolando. I bolli sui soli nostri conti finanziari fruttano allo Stato quanto la Tasi sulla prima casa. Dal 2011 ad oggi, l'incremento delle tasse sul risparmio finanziario è cresciuto di nove miliardi, raggiungendo quota 17 miliardi. Il combinato disposto di queste nuove tasse e quelle sugli immobili porta ad un incremento di tasse patrimoniali della bellezza di 25 miliardi di euro l'anno (9 sui risparmi, 4 sulle prime case, e 12 su tutti gli altri immobili): e qualcuno ancora spera che i consumi possano riprendere.

Ps Vorremmo ricordare con Einaudi come le imposte sul risparmio siano di fatto una doppia imposizione.

Il risparmio é infatti frutto di redditi che sono stati tassati alla fonte.

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