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Monti vuole ancor più Europa: "Ora unione fiscale e bancaria"

Il senatore a vita all'attacco: "Le politiche nazionali impediscono all’Europa di rafforzarsi". E detta la roadmap per rafforzare l'Ue

Il presidente del Consiglio Mario Monti
Il presidente del Consiglio Mario Monti

Alla crisi dell'Europa Mario Monti risponde chiedendo ancor più Europa. "L’Europa è stata negli ultimi giorni un laboratorio - spiega - sotto la pressione di decisioni così gravi e urgenti, sono divenute di colpo evidenti profonde mutazioni che incubavano da tempo nell’atteggiamento di popoli, nel posizionamento di Paesi, nella strategia di governi, nella credibilità di leader". Per questo, a detta dell'ex premier, Bruxelles dovrebbe "voltare pagina" approvando "le unioni fiscale e bancaria".

In una intervista a Repubblica, Monti ammette che l'accordo preso con l'Eurogruppo è "durissimo" per tutti i greci. "Tsipras deve rimangiarsi le misure che ha preso in contrasto con il memorandum, a meno di non trovare voci compensative - pontifica il senatore a vita - si salvano i soli interventi umanitari". E invita tutti i leader europei a imparare la lezione impartita dalla crisi greca: "Positivo è l’attaccamento all’euro dimostrato sia dagli Stati più forti che ne hanno difeso le regole, sia dalla Grecia che è disposta a tutto pur di non ad uscire dalla moneta. Ma i motivi di allarme sono molti: si deve subito riprendere il rapporto dei 5 presidenti (Juncker, Tusk, Draghi, Schulz, Dijsselbloem) e renderlo una roadmap operativa non più un documento improntato ad una cautela attendistica che l’Europa non può più permettersi". Per il Professore è "irresponsabile" prevedere per il dopo 2017 "una serie di passi fondamentali solo perché in quell’anno ci sono le elezioni tedesche e francesi". "È così - incalza - che le politiche nazionali impediscono all’Europa di rafforzarsi".

Nell'intervista Monti fa poi le pulci al premier Matteo Renzi: "Non credo che abbia fatto errori. Ha però perso una grande occasione, di quelle che non si presentano frequentemente, per far salire il rating politico dell’Italia.

Si poteva spiegare alla Merkel che il ruolo chiave nella mediazione con la Grecia, nell’interesse generale e per riflettere i meriti acquisiti ai quali la cancelliera è sensibile, poteva svolgerlo il presidente del Consiglio italiano, magari associando Hollande per motivi storici".

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