Elezioni Comunali 2017

"Monza abbandonata al degrado. Ogni giorno un bollettino di guerra"

Il candidato del centrodestra di Monza, Dario Allevi,: "In città mai così tanta paura"

Basta il tempo di un sospiro per archiviare la delusione della Juventus. La sua Champions Dario Allevi la giocherà domenica, sul campo elettorale di Monza. È sul candidato sindaco azzurro, dirigente di banca e già presidente della Provincia, che il centrodestra converge con Fi, Lega e Fdi uniti, a differenza di cinque anni fa, per cambiare colore alla città amministrata dal centrosinistra. Insieme a una lista civica di imprenditori, professionisti e persone sganciate dalla politica intesa come mestiere che «hanno tutti gli skills per diventare ottimi amministratori. Perché la gente vuole risposte alle cose da fare».

Allevi, cosa c'è da fare a Monza?

«Ripristinare la legalità. L'amministrazione uscente ci consegna una città brutta. Irriconoscibile. La paura della gente ha toccato livelli mai visti».

Parla di criminalità?

«Di criminalità e degrado. Mancano interventi di illuminazione, ci sono crateri sulle strade e sui marciapiedi. Delle zone di Monza poi sono ormai off limits. E non parlo di periferie, ma anche della stazione centrale. Il piazzale è in mano a spacciatori e balordi, le persone hanno timore ad attraversarlo per andare a prendere un treno. Lo stesso in altre parti della città».

Prima era diverso?

«Non era così. I cittadini non avevano questo senso di insicurezza. Che non è solo percepita, ma è reale. Monza è insicura. L'amministrazione uscente ha trascurato questi problemi anziché intervenire quando non avevano ancora raggiunto una dimensione così preoccupante. Ora ogni giorno è un bollettino di guerra di borseggi e spaccio».

Come si interviene?

«Utilizzando diversamente la polizia locale, finora impiegata dal sindaco solo nelle contravvenzioni stradali. I vigili sono necessari anche nel controllo del territorio, con presidi permanenti nei siti più sensibili. E poi con la videosorveglianza e più collaborazione con le altre forze ordine, oltre che un serio confronto con la prefettura. Nella gestione dei migranti in questi anni la coppia sindaco prefetto ha creato dei ghetti».

Si riferisce all'accoglienza?

«Il numero di migranti a Monza è superiore al parametro dei 2,5 ogni mille abitanti. Non solo, i 550 accolti sono stati concentrati in pochi complessi residenziali. Per gli italiani che ci vivono è diventato un incubo. Basti l'esempio di via Asiago: 20 italiani si sono indebitati con un mutuo per comprare l'appartamento in una nuova costruzione e dalla sera alla mattina si sono ritrovati con 130 richiedenti asilo che non rispettano le minime regole di convivenza civile. Monza un tempo era una bomboniera a misura d'uomo».

Ha rischiato di perdere anche il Gran Premio.

«Ora la manifestazione, brand irrinunciabile quanto il palio per Siena, è salva per i prossimi tre anni solo grazie alla Regione Lombardia e Aci che hanno trovato le risorse per un accordo.

Questa amministrazione se n'era disinteressata».

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