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Morte ai tavolini del bar. Il furgone contro la folla nel primo giorno di sole

Due morti e 20 feriti (sei gravi) tra le persone Suicida il killer, tedesco con problemi psichici

Morte ai tavolini del bar. Il furgone contro la folla nel primo giorno di sole

La morte è arrivata con la primavera. A Münster, il primo giorno caldo e soleggiato dopo il lungo inverno tedesco, è stato funestato da un attacco mortale. Nella città del Nord Reno-Westfalia, sabato pomeriggio un uomo ha lanciato il proprio furgone a tutta velocità contro un gruppo di persone intente a godersi il primo tepore ai tavolini di un caffè all'aperto nel cuore del centro cittadino. Due persone sono rimaste uccise in quello che la polizia non ha voluto definire un attentato ma «un incidente» mentre alcune decine di passanti sono rimasti feriti, sei in maniera piuttosto grave. L'uomo alla guida del veicolo si è tolto la vita subito dopo l'impatto, facendo salire a tre il numero complessivo dei morti.

Allo scopo di non interferire con le indagini e in ossequio alla stringente legge sulla privacy in vigore in Germania, le autorità non hanno diffuso le generalità del conducente e si sono anche ben guardate dal pronunciare la parola «atto di terrore». Verso sera la Süddeutsche Zeitung ha scritto che si tratterebbe di un cittadino tedesco, Jens R., classe 1969, affetto da disturbi psichici e senza precedenti penali. E la conferma è arrivata più tardi, da parte del ministro degli Interni del Nord Reno Westfalia, Herbert Reul: «L'autore della strage è un cittadino tedesco. E al momento non ci sono indicazioni su una matrice islamista dell'attacco». Ancora in serata, secondo quanto scritto dal quotidiano tedesco Dar Taggespiegel, si è appresa l'indiscrezione che si indaga su possibili legami dell'uomo con ambienti di estrema destra.

Il pensiero è corso al dicembre del 2016, quando pochi giorni prima di Natale, il terrorista islamico tunisino Anis Amri uccise un camionista polacco per poi lanciare il suo tir sugli astanti di un mercatino natalizio a pochi passi dal centralissimo zoo di Berlino. Allora faceva freddo ed era buio, ma le bancarelle di vin brulé (Glühwein in tedesco), gli addobbi e la frenesia da regali avevano portato centinaia di turisti: Anis Amri provocò 12 morti e 56 feriti. Fatte le debite differenze, la scena di ieri a Münster non era dissimile: il primo sole associato all'ultimo fine settimana delle vacanze pasquali avevano affollato le strade della città. Il che fa pensare che chi ha deciso l'attacco, abbia scelto appositamente di colpire là dove era più facile mietere vittime. Benestante e a maggioranza cattolica, Münster è sede di una delle più grandi università tedesche e fra i suoi 300mila abitanti la città conta ben 55mila studenti. Le sue numerose attrazioni culturali, dal Museo Picasso alla sala municipale dove fu firmata la Pace di Vestfalia del 1648, ne fanno poi un movimentato centro turistico. Ecco perché la polizia ha subito usato Twitter per invitare residenti e visitatori a lasciare l'area. «Allontanatevi dal centro e tornate a casa». Pur non usando la parola «attentato», le autorità hanno messo in pratica i protocolli di sicurezza previsti in queste occasioni: la priorità è da un lato facilitare l'accesso dei soccorsi, dall'altro impedire che un nuovo attentato magari con l'esplosivo possa essere condotto contro i curiosi giunti ad osservare la scena del delitto. Ai presenti la polizia ha chiesto perciò di non diffondere sui social media foto, dettagli o semplici ipotesi sul crimine. Il timore è che eventuali complici ne approfittino per ricostruire la scena e sapere come comportarsi. Il ministro degli Interni Horst Seehofer ha detto di aver appreso i fatti «con grande tristezza» aggiungendo che il suo pensiero «va alle vittime e ai loro congiunti».

Dal 2016 molte città tedesche si sono attrezzate con fioriere, scalini e dissuasori stradali per impedire ai mezzi pesanti di penetrare nei centri urbani.

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