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Moschea selvaggia

Dalla Consulta via libera ai luoghi di culto dell'islam. Bocciata la legge lombarda che imponeva limiti

Moschea selvaggia

La Corte costituzionale ha dichiarato illegittima la legge della Regione Lombardia che introduceva regole rigide per la costruzione di moschee sul suo territorio. In estrema sintesi non sarà più necessario il via libera da parte degli enti locali per aprire luoghi di culto islamici. E se si trattasse di luoghi esclusivamente di culto la decisione dei giudici sarebbe ovvia: la libertà di religione è un diritto inviolabile come scritto pure nella nostra Costituzione. Il problema, che con la sua legge la Regione Lombardia intendeva contenere, è che le moschee non sono soltanto luoghi di preghiera come hanno certificato numerose inchieste giudiziarie. È infatti proprio in moschea che si annida il cancro della radicalizzazione islamica. Nei giorni scorsi un imam di Padova è stato espulso per terrorismo, incitava i suoi fedeli all'odio contro gli occidentali e i cristiani: «Li uccideremo e mangeremo i loro cadaveri», diceva non sapendo di essere intercettato. Prima di lui l'imam di Vercelli aveva fatto la stessa fine perché minacciava i musulmani che frequentavano italiani, quello di Milano perché inneggiava al terrorismo islamico e un altro di Padova alla «macellazione lecita dei cristiani». L'elenco dei predicatori di Allah seminatori di odio è assai lungo e anche a non volere generalizzare il pericolo delle moschee fuori controllo è reale. Anche perché l'islam non è una religione gerarchizzata ed è divisa al suo interno in correnti spesso in contrasto tra loro.

Più volte l'Italia ha cercato di strutturare un rapporto con questo mondo. Nel 2017 il ministro degli Interni Minniti firmò un «patto nazionale» con una serie di sigle che rappresentano circa il sessanta per cento della comunità islamica, ma parliamo di impegni generici per garantire trasparenza e sicurezza (compreso quello del sermone in lingua italiana) senza alcun obbligo o pena in caso di non applicazione.

Certamente l'Europa e l'Italia sono culla di libertà, e questo le differenzia dai paesi islamici. Ma non c'è libertà che possa sopravvivere alla mancanza di regole, neppure quella di culto. E dalle nostre parti funziona che a ogni diritto corrisponde un dovere.

Per questo credo che la decisione della Consulta sarà pure giusta in punta di norma ma apre, in assenza di trasparenza dell'islam, un nuovo fronte di rischio per la sicurezza di tutti noi.

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