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Moscovici fa il paciere e detta le condizioni Ue

Il commissario: garanzie su debito e crescita E Conte tranquillizza: «Inizio di un percorso»

Moscovici fa il paciere e detta le condizioni Ue

Roma La Commissione europea accelera i tempi. Ieri, mentre il commissario agli Affari economici Pierre Moscovici cercava di raffreddare le tensioni tra l'Ue e l'Italia, a Bruxelles la macchina che potrebbe portare a una procedura di infrazione è stata messa in moto. Martedì è in calendario l'esame dei bilanci degli stati, in coincidenza con la plenaria del Parlamento. Non c'è solo l'Italia sotto i riflettori. L'esecutivo Ue ha chiesto chiarimenti anche sui bilanci di Belgio, Francia, Portogallo, Slovenia e Spagna.

L'Italia resta il caso più grave. Alle dodici di lunedì è attesa la risposta del ministro del'Economia, Giovanni Tria, ai rilievi contenuti nella lettera consegnata due giorni fa.

La bocciatura dell'Italia è molto probabile, visto che al Consiglio europeo gli stati membri hanno chiesto al presidente della Commissione Jean-Claude Juncker di non fare sconti. Clima pessimo, che ieri è stato rafforzato da nuove dichiarazioni del cancelliere austriaco. Ieri Sebastian Kurz ha attaccato frontalmente le scelte del governo. «L'Italia mette in pericolo se stessa, ma ovviamente mette in pericolo anche gli altri. Come Unione europea non siamo disposti ad accettare il rischio di caricarci il debito per l'Italia». Se qualcuno viola le regole Ue «l'Italia si allontana da Maastricht significa che mette in pericolo se stessa ma anche altri Paesi». Un messaggio diretto a Salvini.

Kurz rappresenta la parte del Partito popolare europeo che sarebbe più vicina ai nuovi partiti conservatori. Lo stesso governo di Vienna è fatto da una coalizione tra il Partito popolare austriaco e il Partito delle libertà, che in Ue aderisce al Movimento per un'Europa delle Nazioni e della Libertà, come la Lega.

Il governo gialloverde spera in un cambiamento degli equilibri europei dopo le prossime elezioni. Lo stop di Kurz significa che l'alleanza Ppe/populisti è lontana. E che anche la prossima commissione non cambierà linea.

In questo quadro Moscovici ha terminato la sua missione italiana con una conferenza stampa dove ha cercato di mantenere il ruolo che aveva un tempo, quello di mediatore tra gli stati del Sud e i «rigoristi» del Nord. Ha detto che l'Italia fuori dall'Euro non avrebbe senso.

Tentativo di rasserenare il clima che il premier Conte ha colto al balzo, sostenendo che la lettera «è in realtà un inizio di un percorso».

A indicare un possibile compromesso è stato lo stesso Moscovici. Il deficit nominale al 2,4% «non è la cosa principale». I problemi sono «il deficit strutturale, il debito e la crescita. Sono questi i punti su ci vogliamo discutere, non per la Commissione ma per l'Italia». In sostanza conta l'indebitamento netto, corretto rispetto al ciclo economico e dalle misure una tantum. Poi il debito e la previsione troppo ottimistica sul Pil, dato a più 1,5% il prossimo anno.

Correzioni a queste cifre potrebbero fare cambiare idea alla Commissione.

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