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Mossa anti profughi in Baviera Varata una polizia di confine

Tra sette mesi si vota nell'importante Land tedesco e la Csu cerca di riprendere voti agli estremisti Afd

Mossa anti profughi in Baviera Varata una polizia di confine

Berlino Sette mesi per svoltare a destra e recuperare i voti «rubati» dagli xenofobi di Alternative für Deutschland. È lo scopo dichiarato del nuovo governo della Baviera. Dal dopoguerra, il ricco Land meridionale tedesco è feudo incontrastato del partito cristiano-sociale (Csu), quello uscito più bastonato dalle elezioni dello scorso settembre (-10,5%). Per dimostrare ai suoi elettori che questa volta Monaco non si farà trascinare sulla via dell'accoglienza a tutti i costi da quegli smidollati che guidano la Germania da Berlino, il neogovernatore bavarese Markus Söder ha proposto l'istituzione di una polizia statale per il controllo delle frontiere. La nuova Grenzpolizei sarà attiva dal 1° luglio, con mille nuovi funzionari dedicati a rendere più sicuro il confine con l'Austria e la Repubblica Ceca. Nel tentativo di smarcarsi sempre più dalla compagnia di Angela Merkel che la Csu pure sostiene a livello federale il consiglio dei ministri della Baviera ha anche disposto l'istituzione di un proprio tribunale per la concessione del diritto di asilo, dando lavoro ad altri mille funzionari e 50 giudici amministrativi. Obiettivo dichiarato del nuovo tribunale è accelerare e aumentare il numero di espulsioni di ospiti privi di requisiti per la concessione del diritto di asilo.

L'afflusso in Germania di un milione di profughi meridionali fra il 2015 e il 2016 ha messo a dura prova i nervi della Baviera che, per la sua posizione geografica, è diventata suo malgrado la porta di ingresso della marea umana in arrivo da Siria, Iraq e Afghanistan. Le proteste dell'allora governatore Horst Seehofer contro l'apertura delle frontiere stabilita da Merkel sono rimaste prive di effetto, con il risultato che mesi fa Seehofer è stato estromesso dal governo bavarese e «degradato» sul campo al rango di ministro federale degli Interni. Söder, dal canto suo, sta cercando di recuperare i voti che i bavaresi, delusi da Berlino, hanno concesso a sorpresa ad AfD. Il governatore ha dato una scrollata alla squadra ereditata da Seehofer, anche licenziando cinque ex ministri.

Al di fuori dal territorio bavarese, la notizia che Monaco vuole fare tutto da sola, controllo delle frontiere incluse, non piace quasi a nessuno. Non alla polizia federale che si vede privata di una sua tradizionale competenza. Il Libero Stato di Baviera aveva rinunciato alla propria Grenzpolizei nel lontano 1998: si tratta ora di rinegoziare quel trattato, e la Csu punta sulla presenza al Viminale tedesco del proprio leader Seehofer che del partito cristiano-sociale è ancora il presidente per ottenere luce verde in tempi stretti. La Baviera spera anzi che altri Länder seguano il suo esempio, in una verosimile spirale di grattacapi per la cancelliera Angela Merkel, già vittima degli attacchi verbali degli alleati bavaresi. Il ritorno della Grenzpolizei dà fastidio anche ai vicini di casa austriaci. Nonostante il numero degli ingressi illegali tra Austria e Germania sia calato, nuovi e più stringenti controlli potranno da un lato aumentare il numero di migranti illegali respinti da Monaco che Vienna sarà obbligata a gestire sul proprio territorio.

La regione austriaca del Tirolo teme poi che gli scambi commerciali da e per la Germania potranno essere solo rallentati dall'annunciata solerzia dei nuovi doganieri bavaresi, con risvolti negativi anche in termini di traffico stradale.

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