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La prima mossa (elettorale) di Bloomberg Una donazione da 1,8 miliardi all'università

Staccato il maxi assegno alla Johns Hopkins. La strategia per la candidatura

La prima mossa (elettorale) di Bloomberg Una donazione da 1,8 miliardi all'università

New York Michael Bloomberg scalda i motori in vista di Usa 2020 inserendo nel suo curriculum una donazione da record. L'ex sindaco di New York, aspirante candidato democratico alle prossime elezioni presidenziali, ha staccato un assegno da 1,8 miliardi di dollari alla Johns Hopkins University, la più grande donazione mai fatta ad un'istituzione accademica nella storia americana. Il miliardario filantropo si è laureato all'università privata di Baltimora e ha potuto affrontare gli studi proprio grazie ad una borsa di studio, così ora vuole sostenere gli aiuti finanziari agli studenti e rendere il processo di ammissione «need-blind», ossia svincolato dalla loro possibilità di pagare i costi della frequenza. La somma consentirà di eliminare i prestiti dai pacchetti di aiuti finanziari per gli iscritti a partire dal prossimo autunno, sostituendoli con sovvenzioni che non devono essere rimborsate. E ancora permetterà di allargare i finanziamenti per coloro che hanno bisogno di aiuti economici, oltre ad alleggerire gli oneri degli studenti che hanno contratto debiti e non si sono ancora laureati. La mossa alleggerirà il peso del debito studentesco per molti laureati e renderà il campus più diversificato dal punto di vista socio-economico, come ha scritto lo stesso Bloomberg in un editoriale sul New York Times in cui spiega le sue motivazioni e l'impatto che avrà la donazione. «L'America è al suo meglio quando premiamo le persone in base alla qualità del loro lavoro, non alle dimensioni del loro portafoglio», ha precisato. Il magnate dell'informazione ha spiegato che il diploma di laurea gli ha «aperto porte che altrimenti sarebbero rimaste chiuse», permettendogli di «vivere il sogno americano». «Sono stato fortunato - ha aggiunto - mio padre era un contabile che non ha mai guadagnato più di seimila dollari l'anno, ma ho potuto frequentare la Johns Hopkins University con un prestito studentesco della National Defense, e con un posto di lavoro nel campus». Bloomberg ha raccontato di essere sempre stato grato per questa opportunità, e per questo ha effettuato la sua prima donazione al college l'anno dopo la laurea: 5 dollari, tutto ciò che poteva permettersi. Da allora ha già sborsato oltre 1,5 miliardi di dollari, che adesso raggiungeranno quota 3,3 miliardi, circa la metà dei 6,4 miliardi che ha donato finora all'istruzione e altre cause filantropiche. Migliorare l'accesso ai migliori college e università per gli studenti a reddito medio-basso è infatti da tempo al centro degli sforzi filantropici del miliardario, la cui fondazione supporta diversi programmi in tal senso. «Questo cambia tutto per noi», ha commentato alla Cnn Ronald J. Daniels, rettore della John Hopkins: «senza il suo sostegno era una vera lotta» soddisfare l'impegno con il processo «need-blind», visto che rispetto alle altre grandi università americane l'ateneo di Baltimora ha uno dei fondi più bassi per gli aiuti agli studenti. Il costo crescente dell'istruzione superiore e i pesanti debiti che molti giovani sono costretti a contrarre sono finiti al centro dell'agenda di diversi politici negli ultimi anni: come il senatore socialdemocratico del Vermont Bernie Sanders, che ha proposto un modello con università gratis per tutti. Intanto, la mossa di Bloomberg alimenta le indiscrezioni sulla sua discesa in campo per la corsa alla Casa Bianca nel 2020.

Il magnate, che il mese scorso si è iscritto nuovamente al partito democratico, in vista delle elezioni di Midterm ha già contribuito con oltre 110 milioni di dollari agli sforzi dell'Asinello per strappare il controllo di Camera e Senato ai repubblicani.

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