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Il mullah aveva contatti con la moschea di Milano

«Coloro che fanno delle caricature di Maometto devono morire, chi non rispetta il 30% della popolazione della Terra non ha diritto alla vita». Le sue invettive e minacce in tv o via internet sono numerose, come le fatwa che ha emesso contro chi definisce nemico dell'islam. Meno nota è la sua opera di proselitismo per il jihad e la sua leadership di organizzazioni terroristiche. Ma chi è veramente Faraj Ahmad Najmuddin, alias mullah Krekar, considerato il capo spirituale e stratega dell'organizzazione Rawti Shax smantellata dai Ros dei carabinieri?Nato nel 1956 nel Kurdistan iracheno, si laurea in giurisprudenza in Pakistan sotto la guida di Abdullah Azzam, il mentore dei leader di Al Qaeda, Osama bin Laden e Ayman al-Zawahiri. «Bin Laden è il gioiello nella corona dell'islam. Ha votato la sua intera vita, soldi, insegnamento per Allah» dice nel 2003 a Repubblica. Fatta propria l'interpretazione qaedista del jihadismo salafita, nel 1988 torna in Iraq e aderisce all'IMK (Islamic Movement of Kurdistan), di cui diventa responsabile militare quattro anni dopo. L'IMK, a differenza delle altre formazioni nazionaliste curde, che vogliono uno stato indipendente, ha l'obiettivo di sostituire il regime di Saddam con uno stato islamico. Nel 1991 è costretto a lasciare il Kurdistan, chiede e ottiene asilo politico in Norvegia, nonostante sia nota la sua attività. Dalla sua base di Oslo non cessa l'opera di propaganda e proselitismo per il jihad e gira l'Europa e il Medio Oriente. Sempre nei primi anni '90 sarebbe stato in contatto anche con alcuni estremisti islamici della moschea milanese di viale Jenner, come rivela un'indagine del 2003, coordinata dall'allora pm di Milano Stefano Dambruoso. Nella sua agenda c'era anche il numero di Al Zarqawi. Nel 2001 fonda il movimento Ansar al-Islam e torna nel nord Iraq, da dove coordina alcuni attacchi suicidi sia in territorio iracheno sia in Europa, come quello alla banca HSBC in Turchia, e diventa anche il collegamento tra il leader di Al Qaeda in Iraq, Al Zarqawi, e Bin Laden. Ansar al-Islam è tornato recentemente alla ribalta per essere uno dei gruppi terroristici più attivi in Siria ma anche per il suo coinvolgimento nel sequestro delle due cooperanti italiane Greta Ramelli e Vanessa Marzullo. Ma Krekar prende le distanze, almeno ufficialmente, da Ansar al-Islam, ormai non più composto da salafiti curdi ma dominato da yemeniti, sauditi e iracheni che hanno giurato fedeltà al Califfato.Dalla Norvegia, però, continua la sua attività per il jihad. Ricercato in più Paesi, dall'Iraq alla Giordania, dall'Olanda agli Stati Uniti, non viene estradato perché la legge norvegese impedisce di consegnare detenuti ai paesi in cui vige la pena di morte. Gli americani, tuttavia, non rinunciano alla sua cattura e nel 2003 gli agenti della Cia volano a Oslo per sequestrarlo e portarlo a Guantanamo. Ma il mullah Krekar chiede la protezione delle autorità che fermano la missione dei servizi americani. In Norvegia il leader jihadista viene arrestato e rilasciato più volte per i suoi proclami e minacce anche ai politici di Oslo. L'ultimo arresto risale al febbraio scorso (pochi giorni dopo aver scontato due anni e dieci mesi per incitamento al terrorismo e intimidazione), quando inneggia alle stragi di Parigi e esorta a colpire chi offende Maometto. Ma dal carcere, attraverso internet, continua a essere la guida spirituale e strategica dell'organizzazione terroristica ramificata in tutta Europa.

Fino a ieri.

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