Politica

Muore in diretta il buonismo dei radical chic

A Piazzapulita il leghista Buonanno attacca, il pubblico esulta e Formigli si dissocia. È la morte in diretta del politicamente corretto. Finalmente salta il tappo dell'ipocrisia

Muore in diretta il buonismo dei radical chic

Zingari e rom non sono affatto la feccia della società. Questo è chiaro a tutti. Se qualcuno lo pensa, dimostra un evidente problema culturale ed etico. Ma se quel qualcuno arriva «da sinistra», il problema diventa evidentemente anche politico.

E ieri sera la trasmissione Piazzapulita condotta su La7 da Corrado Formigli ha posto a tutta la sinistra un problema politico non indifferente. Forse il «razzismo strisciante» che attraversa come da vulgata l'impresentabile razza leghista o «di destra» - sempre stigmatizzata come volgare e sguaiata - ha contagiato anche il virtuoso popolo dell'area democratica e progressista. Ahia, ahia.

Chi ha visto la puntata di Piazzapulita - peraltro non premiata particolarmente dal punto di vista dello share: ha fatto il 3,1% contro il «facile populismo» di Quinta Colonna di Paolo Del Debbio che ha quasi doppiato la cifra con un 5,7% - si sarà accorto che fin dall'inizio c'era qualcosa che non andava, uno strano cortocircuito, come se la trasmissione procedesse su due «piste» differenti, o col sonoro fuori sincro. Corrado Formigli, i suoi ospiti (accuratamente scelti secondo l'infallibile schema del più intelligente e simpatico di sinistra accanto al più stupido e insopportabile di destra), l'intera scaletta, i servizi esterni, tutto insomma suggeriva una certa cosa. Ma intanto il pubblico in studio reagiva in modo opposto. Era molto, molto strano. Formigli sottolineava l'inconsistenza e la volgarità della manifestazione di Matteo Salvini in piazza del Popolo sabato a Roma, i filmati sul video-wall trasformavano il leader leghista in una caricatura tra il mostruoso e l'ignorante, Vittorio Zucconi di Repubblica rincarava la dose col sarcasmo e il solito buonismo controproducente, due studentesse diciannovenni antifasciste (?!) ripetevano a memoria la lezioncina antirazzista e democratica, persino la ormai ex fascista Flavia Perina elargiva moderate opinioni di buon senso comune, eppure... Eppure gli applausi del pubblico in studio erano per l'esponente della Lega Massimiliano Fedriga, il quale manifestava in modi peraltro particolarmente contenuti le consuete perplessità su immigrazione e integrazione. Oppure - e lì è stata una standing ovation - per la dichiarazione anti-euro (!) di Stefano Fassina, economista eretico del Pd: «O cambiano le politiche europee, oppure l'euro si schianta».

Ma ad aprire un vero dramma in diretta nella sinistra, la vera piazza di Piazzapulita , è stato lo show dell'eurodeputato leghista Gianluca Buonanno, guastatore mediatico non nuovo a performance del genere. In un faccia a faccia ad alta tensione con Djana Pavlovic - serba di etnia rom, attrice e attivista politica con una candidatura nella lista per Tsipras - Buonanno, in choc adrenalinico da telecamera, a un certo punto definisce rom e zingari «feccia della società». Strappando - ecco il punto che deve far riflettere - l'applauso. Liberatorio per alcuni, scandaloso per molti. Se si accetta il fatto che la claque della trasmissione di La7 è politicamente molto orientata , allora quello che si è visto è la rappresentazione, perfetta e inaspettata, del politicamente corretto che frana in diretta televisiva. Se il piccolo schermo è una finestra sul mondo, e il talk show ne è la portineria pettegola, ieri Piazzapulita ci ha detto che il multiculturalismo è statisticamente - per quanto il 3,1% non sia altamente significativo - poco più di una favola anche per la sinistra. Una cosa alquanto antipatica, per certi ambienti. Tanto che Formigli, già stizzito da altri interventi dissonanti della sua claque, è dovuto intervenire con rabbia malcelata per prendere le distanze: «Un applauso a chi dice che gli zingari sono la feccia della società è un applauso di cui io mi vergogno. Mi dispiace se le persone di questo studio si sentono offese per quello che è stato detto, possono non tornare la più. C'è un limite a tutto».

Di più. Poco dopo il conduttore tradisce un tentativo di auto-assoluzione giustificando la scelta di ospitare Gianluca Buonanno, e commenta a denti stretti: «Questi applausi sono indicativi di qualcosa che c'è nel Paese. Buonanno è qui perché riflette un pezzo di Paese che la pensa come lui». Appunto. Un pezzo molto vasto e politicamente trasversale.

Per la cronaca, quando a fine trasmissione Djana Pavlovic rifiuta, comprensibilmente, di stringergli la mano, il politico leghista, per completare lo spettacolo, esce dallo studio gridando: «Avete visto? Questa è l'integrazione! Siete la feccia della società!». Portandosi via, oltre a qualche fisiologica disapprovazione, nuovi applausi del pubblico.

Anche Formigli a questo punto era troppo stanco per ribattere.

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