Cronache

Muore dopo l'arresto, ipotesi omicidio

Il tunisino era legato mani e piedi. Salvini: «Agenti aggrediti». Indaga la Procura

Muore dopo l'arresto, ipotesi omicidio

Ha perso conoscenza durante un fermo di polizia, ed è morto all'improvviso per un attacco cardiaco mentre era a terra contenuto dagli agenti coi piedi legati per impedirgli di scalciare. Ha ancora alcune zone d'ombra, la vicenda del tunisino Arafet Arfaoui, 32 anni, deceduto giovedì sera a Empoli durante un controllo di polizia in un money transfer lungo via Ferrucci, in centro. L'uomo era già noto alle forze dell'ordine per numerosi precedenti, tra cui oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale: al momento della morte aveva le manette ai polsi e i piedi bloccati da una piccola corda. Inutili i soccorsi del 118 chiamato dagli agenti stessi: dopo il decesso, sul posto è arrivato il pm fiorentino Christine von Borries che ha aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio colposo. Gli inquirenti hanno ascoltato la ricostruzione dei quattro poliziotti intervenuti, del personale sanitario e di una decina di testimoni, passando poi in rassegna le immagini delle telecamere di sorveglianza presenti in zona e nel negozio. Tutto è accaduto alle 18,30 di giovedì, quando il tunisino si è presentato in stato di alterazione forse dovuto all'assunzione di alcol, lo stabilirà l'autopsia lunedì nel negozio Taj Mahal di via Ferrucci, che oltre a vendere alimentari e spezie svolge anche servizio di money transfer.

Arfaoui voleva cambiare 40 euro, ma il titolare del negozio, un cittadino indiano, temeva che una delle due banconote fosse falsa e ha rifiutato il servizio. Da lì è nata una discussione e il commerciante ha chiesto l'intervento di una volante della polizia. Durante il controllo il nordafricano ha mostrato i documenti ma è apparso molto agitato: prima è scappato via dal locale rifugiandosi in una macelleria poco distante, poi è stato raggiunto dagli agenti che hanno cercato di calmarlo, ma lui è corso di nuovo fuori ed è tornato dentro al money transfer. È qui che dopo un breve parapiglia i due poliziotti l'hanno ammanettato a terra e poi visti i tentativi di liberarsi hanno chiesto al titolare una corda per legargli le caviglie. L'uomo è rimasto per diversi minuti a terra, ammanettato: secondo le testimonianze, gli agenti non avrebbero esercitato pressione sul suo corpo limitandosi invece a fermare i suoi tentativi di divincolarsi. L'uomo sarebbe stato messo su un fianco e la cordicella, dicono gli investigatori, era «larga». Dopo l'arrivo di una dottoressa del 118 chiamata per sedarlo, l'uomo ha accusato un malore e ha perso conoscenza. I tentativi di rianimarlo sono andati avanti per circa un'ora, senza risultati. Sulla vicenda è intervento il ministro dell'Interno Matteo Salvini, che ha espresso «totale e pieno sostegno ai poliziotti che sono stati aggrediti, malmenati, morsi. Purtroppo un tunisino con precedenti penali, fermato dopo aver usato banconote false, è stato colto da arresto cardiaco nonostante gli immediati soccorsi medici. Tragica fatalità.

Però se un soggetto violento viene ammanettato conclude penso che la Polizia faccia solo il suo dovere».

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