Elezioni Politiche 2018

Napoli acclama Berlusconi: "Basta tasse, ora salvaci tu"

Il Cavaliere con la compagna Pascale visita la città che lo abbraccia: «Forza presidente, ricordati di Equitalia»

Napoli acclama Berlusconi: "Basta tasse, ora salvaci tu"

Ha in mano un bel cornetto rosso il Silvio Berlusconi di 30 centimetri esposto fuori dalla bottega di San Gregorio Armeno. «Questo lo prendo. Ci porterà fortuna!», esclama il Cavaliere in carne ed ossa. Nella via dei presepi gli artigiani fanno a gara a regalargli suppliche e statuette con la loro firma, la prima è di San Gennaro. A settembre l'avversario del M5s Luigi Di Maio si fece fotografare mentre baciava la teca del sangue del patrono di Napoli, aprendo così le ostilità elettorali. Ora il Cavaliere chiude la campagna, in questo Sud dove si teme il boom dei grillini, portandosi a casa l'immagine in terracotta del Santo.

Il leader di Forza Italia ha deciso di passare la vigilia del voto a Napoli, insieme alla compagna Francesca Pascale, che è di queste parti. Il tempo non è dei migliori, è molto in ritardo anche il suo treno da Roma e salta la prima tappa in programma, nella famosa caffetteria di piazza dei Martiri, dove l'aspettano i fan azzurri dalla prima mattina, con striscioni e magliette d'augurio.

Berlusconi invece arriva poco dopo le 13 alla Cappella di San Severo, per vedere il «Cristo velato». La gente in fila applaude, gli stringe la mano, si fa i selfie, dai balconi si affacciano anche in mutande per vederlo. Tra gli altri c'è un'imprenditrice, Carla Ruggiero, che gli dice: «Siamo una piccola azienda campana di materiali per sale operatorie e devo complimentarmi per la gestione della sanità in Liguria. Noi ci siamo aggiudicati una gara senza conoscere nessuno, con estrema trasparenza. Nella mia Regione, purtroppo, le cose vanno diversamente, è tutto più complicato». Il Cavaliere la tranquillizza: «Dopo che avremo vinto le elezioni, riorganizzeremo tutta la pubblica amministrazione».

Poi Berlusconi, la Pascale in tailleur rosso con mantellina bianca bordata di pelliccia, Mara Carfagna e pochi altri entrano nella Cappella. La guida spiega che lo scultore Giuseppe Sammartino impiegò 3 mesi per realizzare il capolavoro e lui non rinuncia alla battuta: «Io avrei impiegato una settimana». All'uscita, altre foto e strette di mano, solo qualche turista si lamenta di aver aspettato troppo prima di entrare. «Erano 24 anni - racconta il Cav alla gente - che volevo venire a vedere quest'opera, una delle più belle d'Italia. I napoletani devono essere orgogliosi dei loro tesori d'arte, come tutta l'Italia. Non sono riuscito a vedere la cripta, ci ritornerò».

Poi, la passeggiata nell'affollata San Gregorio Armeno. «Presidente, salvateci! - gli grida Mauro Gambardella, uscendo dalla sua bottega - ci massacrano di tasse!». E Berlusconi all'artigiano: «Se riusciremo a fare la riforma della flat tax pagheremo tutti meno, sotto una certa soglia niente. Sarà un miglioramento per tutti». Un altro grida: «Premier, ricordatevi di Equitalia!». «E della scuola!», aggiunge una signora. «L'Irpinia sta qua, ricordatevi di noi», dice un uomo. Ogni artigiano cerca di prenderlo per mano e trascinarlo nel suo negozio, lui entra sceglie una statuetta, un quadretto, un corno, si congratula. Ad un signore di una certa età, che gli racconta i suoi guai, dice: «Non ti preoccupare, avrai una pensione di mille euro, è nella nostra legge». Il pellegrinaggio prosegue, i ragazzi fanno a gara per farsi fotografare con la bella Pascale. Lei dice: «Silvio è un estimatore di San Gregorio Armeno».

L'ultima volta, a Napoli, è venuto per le comunali del 2016. Ora tutto sembra diverso anni luce da allora, per il Berlusconi tornato in campo la vittoria appare a un passo.

È il momento del pranzo in un grande hotel su lungomare Caracciolo. Nella hall lo aspetta una folla di azzurri entusiasti che travolgono tutto pur di scattargli una foto e stringergli la mano, i pesanti posaceneri di ottone cadono come birilli, le maestose porte sbattono, complice un vento violento. «Silvio, Silvio, Silvio, presidente, presidente», ritma il popolo azzurro. Al piano alto, nel ristorante, ci sono il coordinatore regionale Domenico De Siano, la Carfagna, alcuni candidati, come il patron di Lazio e Salernitana, Lotito. Si mangia pizza, mozzarella di bufala, babà e sfogliatelle. Ma prima, con Berlusconi si parla del rischio 5Stelle per il Paese. «Io - dice il Cav - mi sono speso al massimo, ovunque. Ho spiegato a tutti che disastro sarebbe per l'Italia. Ma sono ottimista, sento aria di vittoria, molta voglia di centrodestra in giro». Clemente Mastella è insieme alla moglie-candidata Sandra Lonardo. «L'analisi del quadro politico - spiega - ci dice che la coalizione del centrodestra sarà prima, il M5s sarà il primo partito, ma quello che non reggerà è il Pd, che probabilmente non sarà il primo gruppo parlamentare, come dice. E molti di quei voti andranno ai grillini, che somigliano alla vecchia Dc, dove c'era tutto e il contrario di tutto. Il rancore montante in questo Paese ancora non ha trovato dove sfogarsi in modo costruttivo e il rischio è la palude parlamentare».

Sono le 18, Berlusconi riparte, si prepara al voto di oggi, al giorno della verità.

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