Cronache

Napoli, ancora baby gang Rapinano due coetanei colpendoli con le catene

In dieci si sono accaniti su due minorenni L'aggressione per rubare uno smartphone

Napoli, ancora baby gang Rapinano due coetanei colpendoli con le catene

Napoli Picchiati con una catena per uno smartphone. È sera, nella villa comunale di Pomigliano d'Arco: due studenti di 14 e 15 anni camminano lungo il viale che sbuca nella piazza. Non si accorgono di essere seguiti. Un attimo di esitazione e finiscono accerchiati da dieci ragazzi. Nessuna via di fuga, nessun passante che riesca a dare l'allarme. Vengono minacciati, insultati. Il copione classico. In tasca non hanno soldi, ma non è importante. La violenza bestiale delle baby gang va oltre il valore della refurtiva. I due provano a reagire, ma soccombono sotto i colpi di catena. Piangono. Non ci vuole molto perché decidano di cedere il telefonino, il loro unico bene. Si accucciano a terra in preda al terrore. Il branco si dilegua.

Le due vittime poco distante incrociano una vettura dei carabinieri della compagnia di Castello di Cisterna. Raccontano i secondi interminabili della rapina, descrivono come meglio possono i volti e l'abbigliamento di quelli che li hanno pestati con la frusta di ferro. I militari si mettono subito alla ricerca dei delinquenti. Passano al setaccio le strade, ne scorgono due che assomigliano molto all'identikit, a qualche centinai di metri dal luogo del delitto. Li fermano, li interrogano. Uno ha quindici anni, l'altro ne ha appena tredici. Quest'ultimo non è imputabile, e torna a casa. L'altro no: sotto il giubbino ha ancora la catena usata per il raid. Viene arrestato. È incensurato, e vive a Pomigliano. Le due vittime, nel frattempo, sono state medicate e dimesse dall'ospedale: i medici hanno riscontrato ferite all'addome e al volto. C'è ancora da scoprire gli altri componenti del «commando» che ha agito sabato sera. Gli inquirenti cercano indizi anche su Facebook, diventato ormai l'almanacco degli orrori di strada delle baby gang napoletane. Orrori che si ripetono con inquietante frequenza.

Appena ventiquattr'ore prima, l'aggressione a Gaetano, il 15enne a cui è stata asportata la milza dopo il pestaggio subito davanti alla stazione della Metro a Chiaiano, a Napoli. Gaetano è ancora ricoverato in prognosi riservata nel nosocomio di Giugliano. Le sue condizioni non destano preoccupazioni. Le indagini, seguite personalmente dal questore Antonio de Iesu, proseguono a ritmo serrato. Alcuni minori sono stati ascoltati, nelle ultime ore, ma nessuno di loro è stato sottoposto a fermo o denunciato. La polizia giudiziaria dei commissariati di Chiaiano e di Scampia sta lavorando sui filmati raccolti dalle telecamere di sicurezza della stazione estrapolando i frame di maggiore interesse investigativo.

È una lunga scia di episodi di violenza e di prepotenza quella che sta terrorizzando la città. Orde di ragazzini, armati di coltelli e, talvolta, di pistole, scorrazzano per i quartieri seminando il panico. Come dimostra l'accoltellamento del povero Arturo, diciassette anni appena, pugnalato una dozzina di volte nella centralissima Via Foria. Ma la geografica c'entra fino a un certo punto perché le aggressioni avvengono tanto in città quanto in provincia. Al Vomero (due giovanissimi accoltellati nel giro di una settimana), a Chiaia (due amici diciottenni feriti da una baby gang), a Palma Campania (un bimbo di dieci anni colpito da un piombino ad aria compressa alla testa).

«È necessario aumentare i presidi di legalità e sicurezza dichiara Severino Nappi, responsabile nazionale Forza Italia Politiche per il Sud e vicecoordinatore regionale Fi Campania - ma soprattutto bisogna creare nei nostri territori condizioni di crescita e sviluppo senza le quali la cultura della sopraffazione e della violenza trova spazi».

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