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Napoli, assessori in piazza contro il governo

Gli amministratori e il grillino Fico alla protesta per lo Sblocca Italia. Scontri con le forze dell'ordine

Napoli, assessori in piazza contro il governo

Napoli Guerriglia a Napoli. Al grido (funesto, di memoria brigatista) «Pagherete caro, pagherete tutto», centinaia di manifestanti hanno assaltato le odiate «divise», poliziotti e carabinieri in assetto anti sommossa, davanti alla Città della scienza, a Bagnoli, periferia flegrea di Napoli, dove i ribelli volevano entrare per tenere un'assemblea. Tema: il decreto Sblocca Italia e il commissariamento di Bagnoli, contestato da centri sociali, Rappresentanza di base, Cobas e altre frange dell'ultrasinistra.

Il corteo (un migliaio di partecipanti, tra cui alcuni immigrati) giunto davanti all'ingresso di Città della scienza ha cercato di sfondare il cordone di agenti (muniti di telecamerine) per entrare e tenere la loro assemblea. Ovviamente sono stati respinti da celerini e militari del Battaglione. Altrettanto ovviamente ma è un copione, gli «ultrasinistri», arrivati a Bagnoli già «armati» e, quindi, con intenti violenti già definiti hanno assalito agenti e militari a colpi di bastone, grossi sassi, bottiglie e bombe carta. Il bilancio degli incidenti, avvenuti in due riprese è molto grave: 18 poliziotti, tra cui due funzionari, e due carabinieri sono finiti all'ospedale. Tre blindati della polizia sono stati sfondati dai dimostranti che hanno lanciato contro i mezzi grosse pietre e bombe carta potentissime. Devastate le auto in sosta e i cassonetti della spazzatura.

Anche i dimostranti hanno lamentato un paio di feriti ma nessuno è grave. Oltre quattro decenni dopo gli Anni di piombo e i lutti di quell'epoca che, ancora rappresentano una ferita aperta per migliaia di famiglie italiane, si vedono ancora nelle strade e nelle piazze centinaia di dimostranti con i volti coperti da caschi, passamontagna e foulard, armati di bastoni con legate bandiere rosse e falce e martello. E gli imitatori dei black bloc, rivoluzionari con la mazza in una mano e l'iPhone nell'altra.

L'avvio degli scontri è avvenuto sotto gli occhi di quattro amministratori comunali (la manifestazione era stata «benedetta» dagli arancioni di Palazzo San Giacomo, sindaco Luigi De Magistris in testa), che sentendo profumo elettorale (si vota per la Campania la prossima primavera) hanno messo le mani sui futuri elettori: il vice sindaco rifondaiolo Tommaso Sodano (che in serata ha espresso una «ferma condanna» nei confronti degli episodi di violenza), gli assessori Alessandro Fucito, Mario Moxedano e Carmine Piscopo. E il pentastellato Roberto Fico, presidente della commissione di Vigilanza Rai. Mentre il grillino faceva passerella, un operatore Rai finiva all'ospedale per la battaglia. Appena iniziati gli scontri i cinque politici sono andati via. Beh, la reputazione è la reputazione.

Al momento non ci sono arresti per i duri scontri di ieri mattina, ma la Digos è al lavoro per visionare i filmati e le foto della Scientifica e delle telecamere poste all'esterno di Città della scienza.

Terrore all'interno della struttura per la presenza di alcune scolaresche in visita e per i partecipanti ad un convegno, restati bloccati nei saloni mentre infuriava la battaglia.

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