Politica

Napoli a pezzi, l'abusivismo fa crollare l'ateneo Tragedia sfiorata, nessun ferito: «Scricchiolava tutto...». Il geologo: colpa del dissesto

Napoli Napoli è ormai un pugile suonato che barcolla e cade al tappeto. Ieri pomeriggio, l'ennesima tragedia sfiorata: parte di una palazzina disabitata del dipartimento di Veterinaria dell'università «Federico II» è collassata su se stessa, trascinando in una coltre di polvere anche una porzione dello stabile adiacente di solito frequentato da docenti, studenti e ricercatori. Il boato è arrivato intorno alle 13,40, quando l'area era già stata messa in sicurezza. In via Santa Maria degli Angeli alle Croci sono stati provvidenziali gli interventi di recinzione adottati dalla protezione civile in collaborazione con vigili del fuoco e polizia municipale. L'edificio principale era stato fatto evacuare in mattinata in maniera precauzionale dopo i primi sinistri scricchiolii avvertiti nell'ala in disuso. Nessun ferito, ma tanta paura e circolazione in tilt nel centro storico trasformatosi per lunghissimi minuti in una versione in sedicesimi di ground zero. «Alle prime avvisaglie, abbiamo disposto la sospensione delle attività didattiche per garantire lo sgombero ha commentato il rettore, Gaetano Manfredi È nostra intenzione riprendere regolarmente da lunedì le attività didattiche». Il cedimento è dovuto, con tutta probabilità, all'implosione della cava sotterranea su cui era appoggiato il manufatto. È il secondo episodio del genere nel giro di due anni: nel 2013, a schiantarsi sotto il proprio peso fu una palazzina della Riviera di Chiaia. «È solo l'ultimo caso di dissesto idrogeologico ed evidenzia, al di là dei proclami, quanto siamo ancora distanti da una vera pianificazione in materia di difesa del suolo e di gestione delle emergenze. I geologi conoscono bene la fragilità e le insidie del territorio napoletano ha attaccato il presidente del consiglio nazionale dei Geologi Francesco Peduto dove si sommano gli effetti dovuti alla miriade di cavità realizzate dall'uomo per il prelievo di materiale tufaceo, ma non solo, all'inesistente manutenzione delle reti e delle condotte sotterranee e, non per ultimo, all'abusivismo edilizio». Nella città dell'ex pm Luigi de Magistris il «fascicolo del fabbricato» non esiste. Inviperiti (giustamente) gli studenti che attribuiscono il disastro al taglio dei fondi deciso dal governo. «In particolar modo - afferma Domenico Cristiano, dell'associazione studentesca Link Napoli - il definanziamento e la marginalità con cui viene affrontato il tema della formazione porta anche a questo. Il governo Renzi continua a rafforzare gravemente la difficile situazione che l'edilizia universitaria sconta nel nostro Paese: la legge di Stabilità, all'articolo 33, impone agli atenei la restituzione nelle casse dello Stato dei fondi destinati alla ristrutturazione e messa in sicurezza degli edifici che non siano stati completamente spesi entro il 2014». «Ancora una volta ha ribattuto Antonio Cipolletta, coordinatore dell'Unione degli Universitari di Napoli - assistiamo a gravi rischi per gli studenti e il personale delle nostre università».

La Procura ha già aperto un fascicolo e acquisito le relazioni di servizio.

Commenti