Politica

Nasce di soli 750 grammi salvo col miracolo a Natale

Operato al Policlinico per una perforazione all'intestino: pesa la metà di un «bimbo piuma»

Maria Sorbi

Milano Il cercapersone vibra nel bel mezzo della cena di Natale. Ma primari, neonatologi e specialisti ci mettono meno di un minuto per alzarsi dalla tavola, abbandonare brindisi e regali per precipitarsi in ospedale. Quella notte al Policlinico di Milano sono di turno i medici più giovani, gli specializzandi, e il personale è a ranghi ridotti, come sempre nella notte di Natale. In pochi minuti però le corsie si rianimano e il gotha della neonatologia arriva al gran completo.

L'emergenza è di quelle che raramente accadono e arriva in una delle giornate più delicate dell'anno. Rischia di trasformarsi in una tragedia e di segnare per sempre la vita di una famiglia. Invece diventa la storia di Natale più bella che il reparto potesse raccontare.

Il bimbo da operare pesa appena 750 grammi, poco più dei Cicciobello pronti da scartare sotto gli alberi natalizi. Dire che è nato prematuro è un eufemismo: è venuto alla luce alla 25esima settimana, in bilico su quella linea temporale che determina lo spartiacque tra aborto e nascita prematura. Il suo peso è la metà di 1,5 chili, cioè il limite sotto il quale si parla di «bambini piuma». «Il piccolo - spiega Ernesto Leva, direttore della Chirurgia pediatrica del Policlinico di Milano, che ha effettuato l'intervento chirurgico - è nato in un altro ospedale e qui, per una settimana, si è adattato bene alla vita. Poi ha iniziato a sviluppare i sintomi di una grave perforazione intestinale: i colleghi sono stati molto attenti, e hanno capito subito che qualcosa non andava».

La perforazione intestinale in bimbi così piccoli succede a causa di problemi di circolazione del sangue: il loro intestino è molto immaturo, e questo aumenta il rischio che qualcosa non funzioni correttamente. Marco (è il nome di fantasia che i medici hanno scelto per battezzare il paziente più piccolo che hanno mai avuto), viene portato in terapia intensiva neonatale, una delle più importanti d'Europa, con specialisti addestrati a trattare casi così delicati.

Tutti di corsa in sala operatoria. Poi, dopo un silenzio interminabile nel buio dei corridoi, e finalmente quella porta che si apre e i chirurghi che si abbracciano e si stringono le mani. Stanchi e felici. «Buon Natale» si sorridono commossi. Ce l'hanno fatta. E quel piccolo Gesù bambino è vivo grazie alle loro mani. «Marco ora sta bene - conclude Fabio Mosca, direttore della Neonatologia e della Terapia intensiva - e ha un decorso regolare per un bimbo comunque delicato e che ha bisogno di molte cure. Lo aspetta una degenza lunga, ma grazie all'intervento chirurgico e alle attente cure dei neonatologi tutto si sta risolvendo per il meglio. In futuro lo aspetta una vita assolutamente normale».

Dal giorno di Natale, tutti in corsia chiedono notizie del piccolo Marco, le infermiere se ne sono innamorate. «Questo ragazzino ha grinta da vendere» commentano. L'assessore lombardo alla Sanità Giulio Gallera ha mandato una lettera di congratulazioni: «Il bimbo è salvo grazie alle eccellenze della nostra sanità».

E Dio solo sa quanto la notizia del salvataggio di Marco sia importante e dia fiducia al reparto che, la scorsa estate, fu messo duramente alla prova dalla morte di una giovane paziente deceduta prima del parto assieme alla gemelline che portava in grembo.

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