Politica

Nascite ai minimi storici A fare ancora figli ci pensano gli immigrati

La popolazione invecchia: il 25% è over 65 E tra i giovani chi può è fuggito all'estero

Francesca Angeli

Roma Dai pannolini ai pannoloni. Una battuta cruda e un po' indigesta ma che rende bene l'involuzione generazionale del nostro Paese alla quale stiamo assistendo da decenni senza riuscire a intervenire in modo efficace a causa della nostra classe dirigente politica ed economica in molti casi inerte in altri incapace.

L'Italia all'inizio del 2017 segna un meno 86mila: la popolazione in un anno è diminuita scendendo a 60 milioni e 579mila. Una crisi inarrestabile causata prima di tutto dal calo delle nascite scese a 474mila nel 2016. Un nuovo record negativo dopo quello del 2015 quando i neonati erano stati 486mila, che ha come conseguenza primaria l'invecchiamento della popolazione. In particolare diminuiscono i cittadini italiani che scendono a 55 milioni e 551mila segnando un meno 89mila.

Non solo gli under 40 continuano a fuggire all'estero. Sono 115mila gli italiani che hanno preferito lasciare il Paese segnando più 12,6 rispetto al 2015. Un numero triplicato in sei anni dai 40mila del 2010.

La promessa dell'ex premier Matteo Renzi di un'Italia che guarda al futuro, rinvigorita dalle scelte del suo governo si infrange contro il muro delle cifre tutte drammaticamente con il segno meno. Un Paese senza figli non ha futuro e anche negli anni dell'era renziana le culle degli italiani sono rimaste vuote. Diminuiscono anche i decessi, 608mila, dopo il picco registrato nel 2015 con 648mila casi che vennero addebitati a un'epidemia di influenza più virulenta delle altre ma soprattutto a un'estate torrida. Il «saldo» tra nascite e morti resta negativo: 134mila. L'invecchiamento della popolazione dunque prosegue. L'età media degli italiani è salita a 44,9 anni, due decimi in più rispetto alla stessa data del 2016. Vent'anni fa gli italiani erano più giovani con una media di 38 anni. Cresce la popolazione over 65: 13,5 milioni ovvero il 22,3 per cento del totale. Certo si vive molto più a lungo: abbiamo 4,1 milioni di ottantenni; 727mila ultranovantenni e pure 17mila ultracentenari.

Si fanno sempre meno figli e sempre più tardi: l'età media per il primo parto è salita a 31,7 anni mentre il tasso di fecondità è sceso a 1,34 figli da 1,35 del 2015 anche perché diminuiscono le donne in età fertile con l'invecchiamento progressivo della popolazione. Invecchiamento che ora coinvolge anche le donne straniere che hanno avuto in media 1,95 figli nel 2016 contro 1,94 nel 2015. Le italiane sono rimaste a 1,27 figli, come nel 2015. Si conferma l'allungamento della vita media: 80,6 anni per gli uomini e 85,1 per le donne. Perché non si riesce ad invertire la tendenza? Per il Codacons le motivazioni sono principalmente economiche: mantenere un figlio, dicono dall'associazione a tutela dei consumatori «costa 10mila euro all'anno».

Il Moige, associazione di genitori di ispirazione cattolica, chiede che «la famiglia diventi la priorità nel nostro Paese perché i dati confermano che il crollo delle nascite è diventato un'emergenza». E mentre, Enrico Costa, ministro Affari Regionali con delega per la Famiglia, sostiene che il governo Renzi aveva avviato «una politica organica di sostegno alla natalità» l'ex ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna di Forza Italia, controbatte criticando le scelte fatte da Renzi e dal Pd. «Speriamo che chi governa comprenda finalmente che bisogna smetterla con le azioni spot e con i bonus una tantum alle neo-mamme, che danno solo un aiuto nell'immediato - osserva la Carfagna - Bisogna iniziare a studiare azioni strutturali e prolungate nel tempo.

Politiche per le famiglie volte ad incentivare seriamente la natalità e una rete di asili nido degna di questo nome».

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