Cronache

Nati i gemelli: vince chi li ha partoriti

I piccoli già registrati all'anagrafe. Il giudice «boccia» i genitori biologici. Che non si rassegnano: "Sono nostri"

Roma - Rimarranno con la mamma che li ha tenuti in grembo per nove mesi, ma che non è la madre biologica, i gemellini «contesi» dopo lo scambio di provette all'ospedale Pertini di Roma. Lo ha deciso ieri il giudice Silvia Albano, orientandosi codice alla mano nel caos giurisprudenziale di una vicenda che in Italia non ha precedenti, definita nell'ordinanza «un'eterologa da errore». Un caso doloroso per tutti, come ha ribadito lo stesso giudice ricordando a più riprese il «dramma umano» dell'altra coppia.

Proprio ieri, nel giorno in cui il Tribunale civile ha rigettato il ricorso dei genitori biologici, sottolineando che «è nell'utero materno che la vita si forma e si sviluppa», si è saputo che i piccoli sono nati. Partoriti con il cesareo all'ospedale de L'Aquila il 3 agosto, in anticipo rispetto alla data prevista, in gran segreto e lontano dal clamore. Stanno bene e sono stati già dimessi. La nascita ha spiazzato un po' tutti, vanificando in parte l'oggetto dell'udienza. Le due coppie non c'erano. Hanno parlato per loro gli avvocati, affiancati da un team di esperti di diritto. Al Tribunale si erano rivolti con un ricorso d'urgenza i genitori biologici per essere informati sui dettagli della nascita in modo da poter iscrivere i neonati all'anagrafe con il loro cognome, impedendo così che venissero dichiarati figli dell'altra coppia. Ma sono arrivati tardi, nonostante la data dell'udienza fosse stata anche anticipata. Ieri, in aula, la sorpresa: gli avvocati della mamma biologica hanno preso atto dell'avvenuto parto quando la controparte ha mostrato al giudice l'atto di nascita. La coppia, che in principio voleva chiedere al Tribunale di poter prendere in carico i bambini subito dopo il parto perché quei neonati hanno il loro Dna, ha rinunciato alla richiesta domandando invece che i bambini venissero separati dai genitori gestanti e collocati in una struttura idonea o in subordine che venisse loro garantito il diritto di visita «per poter assicurare la costruzione di un legame affettivo». L'avvocato Nicolò Paoletti ha insistito sul fatto che l'ambiente gestazionale non influisce sullo sviluppo del feto. Ma il giudice ha respinto le argomentazioni della coppia genetica, ritenendo valido il nostro ordinamento in base al quale è mamma chi partorisce in virtù di un principio di stabilità della famiglia e stabilendo che «allo stato i resistenti (papà e mamma biologici, ndr) sono i genitori legittimi dei nati». Nessuno spazio neppure per un'eventuale azione di disconoscimento di paternità e per la questione di costituzionalità delle norme, ritenuta inammissibile «in quanto contrastante con gli interessi dei minori alla stabilità del loro status e con il loro diritto a vivere con quella che è la propria famiglia». L'avvocato Michele Ambrosini, invece, aveva sostenuto il contrario. Per lui il legame che si forma nei nove mesi con la mamma naturale trasforma nel tempo il Dna. E comunque la legge è dalla parte della mamma gestante con un articolo in cui dice che i figli appartengono a chi li partorisce. Il giudice ha ribadito che il legislatore «ha accolto il principio in base al quale la tutela del diritto allo status e all'idenità personale può non identificarsi con la prevalenza della verità genetica». «Il diritto alla personalità costituito dal diritto all'identità - si legge nell'ordinanza - appare sempre più sganciato dalla verità genetica della procreazione e sempre più legato al mondo degli affetti ed al vissuto». Contro la coppia biologica c'era anche il parere negativo della Procura, chiamata ad esprimersi nei casi di minori coinvolti. Ma la vicenda non è finita qui. I legali dei genitori mancati stanno valutando la prossima mossa. «Questa è solo un'ordinanza non una sentenza definitiva, non posso pensare che un figlio, che magari somiglia molto ai genitori biologici, venga dichiarato per legge figlio di altri», dice l'avvocato Natalia Paoletti. I genitori genetici, per il momento, devono fare i conti con la dura realtà. Hanno accolto la notizia della nascita con un duplice sentimento: «Siamo felici perché sono sani, ma dispiaciuti perché non li possiamo abbracciare».

Entrambe le coppie si preparano a chiedere un risarcimento milionario al Pertini.

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