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Nava lascia la Consob: non sono gradito ai politici

Il presidente dell'organo di vigilanza della Borsa abbandona l'incarico assunto solo cinque mesi fa

Nava lascia la Consob: non sono gradito ai politici

Milano - La notizia è deflagrata nelle redazioni poco dopo le sette di ieri sera: il presidente della Consob, Mario Nava, si è dimesso. Il collegio della Commissione è stato convocato per una riunione d'urgenza e dopo qualche ora ha accettato le dimissioni di Nava presentate dopo le pressioni della maggioranza di governo affinché regolarizzasse la sua posizione oppure si dimettesse con «un gesto di sensibilità istituzionale». I commissari gli avrebbero chiesto di rivedere la decisione, rinunciando al comando e optando per l'aspettativa che avrebbe eliminato ogni dubbio sulla incompatibilità rispetto al ruolo di presidente della Consob. Ma Nava ha deciso di lasciare l'incarico e tornare a Bruxelles.

«La questione legale della mia posizione amministrativa è stata decisa e validata da ben quattro istituzioni, Commissione europea, Presidenza del consiglio, Presidenza della Repubblica e Corte dei conti, e non necessita miei commenti ulteriori. La questione è quindi solo politica», ha scritto Nava in una nota. Sottolineando che il suo gesto definito un «sacrificio personale» è stato fatto «responsabilmente» e «avendo come unico obiettivo l'interesse più alto dell'Italia» perché la richiesta di dimissioni da parte dei quattro capigruppo di Camera e Senato dei due partiti di maggioranza «sono un segnale chiaro e inequivocabile di totale non gradimento politico, che limita l'azione della Consob in quanto la isola e non permette il raggiungimento dei suoi obiettivi».

Direttore per la vigilanza finanziaria presso la Commissione Ue, Nava aveva ottenuto un distacco triennale (rinnovabile, considerando i sette del mandato di presidente Consob) per ricoprire l'incarico a capo dell'authority, evitando l'aspettativa per conservare gli scatti di carriera. Un vulnus di cui ha subito approfittato il Movimento 5 Stelle denunciando il rischio di conflitto di interessi. L'obiettivo dei grillini, appoggiati negli ultimi giorni anche dalla Lega nella richiesta delle dimissioni, è quello di approfittarne per mettere un uomo gradito all'alleanza gialloverde. «Nomineremo un servitore dello Stato e non della finanza internazionale. Volteremo pagina assicurando alla Consob un presidente che possa esercitare pienamente e liberamente il suo ruolo», ha subito scritto il vicepremier, Luigi Di Maio su Facebook. L'iter per la scelta del presidente di Consob prevede che questo venga nominato con firma della Presidenza della Repubblica, su proposta del capo del governo previa deliberazione del Consiglio dei Ministri. I nome di Nava - figura tecnica e non politica, sponsorizzata dal Quirinale e gradita alle autorità europee - era stato indicato dal premier Paolo Gentiloni, approvato dal Consiglio dei ministri del 22 dicembre e passato per l'audizione e il voto delle commissioni parlamentari del 17 gennaio. Il 10 aprile era arrivato il sigillo per decreto del presidente Sergio Mattarella dopo il via libera della Corte dei conti.

Nei giorni scorsi, rispondendo a un'interrogazione presentata dai Cinque stelle al Parlamento europeo, il Commissario Ue Gunther Oettinger aveva sottolineato che Bruxelles si era accertata presso le autorità italiane che il distacco di Nava «non avrebbe inciso sulla sua indipendenza», confermando però che sarebbe rimasto soggetto agli stessi doveri e diritti dei funzionari della Commissione in attività di servizio.

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