Cronache

Nave Ong, Salvini getta l'amo a M5S

Stop alla «Eleonor» firmato anche da Trenta e Toninelli. Il Viminale: ritrovata unità

Nave Ong, Salvini getta l'amo a M5S

Nuove prove di accordi tra Lega e 5 stelle? Se non ci fossero i comunicati ufficiali si stenterebbe a crederlo. La pace, almeno apparente, tra leghisti e pentastellati passa per il nodo immigrazione.

Ieri il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ha infatti firmato il divieto di ingresso, transito e sosta nelle acque italiane per la nave «Eleonore», battente bandiera tedesca. Il provvedimento è stato inviato al ministro della Difesa, Elisabetta Trenta e a quello delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, che a sorpresa, poco dopo, hanno firmato il documento, che è stato poi trasmesso al presidente del Consiglio e inviato al comandante dell'imbarcazione che l'altro ieri aveva soccorso 101 migranti in acque Sar libiche e che ora è diretta a Nord, presumibilmente verso l'Italia.

Il commento del Viminale, dopo l'assenso dei due ministri pentastellati, è stato immediato: «C'è soddisfazione - si legge in una nota del ministero - per la ritrovata compattezza del governo a fronte dell'ennesimo tentativo di avvicinamento alle acque italiane di una Ong tedesca». I naufraghi erano stati recuperati a 43 miglia da Al -Khoms. «Le persone - aveva annunciato su Facebook la Ong Mediterranea Saving Humans, che ha la sua nave Mar Jonio nella stessa zona e che ha offerto supporto - sono tutte in salvo a bordo della nave Eleonore che sta facendo rotta verso nord alla ricerca di un porto sicuro per lo sbarco dei naufraghi».

A questo punto il dubbio sorge: che Salvini stia tentando la strada della pace coi 5 stelle? Le firme di Trenta e Toninelli sanno molto di «figliol prodigo» che torna a casa. Che i pentastellati si siano accorti che la via del Pd, forse, è la meno praticabile perché rifiutata dalla base del Movimento? I giochi di potere nei palazzi romani, in attesa della decisione di oggi del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, continuano incessantemente. La Lega ha mosso l'alfiere sperando forse che i grillini si ravvedano su un punto focale: quello dei flussi migratori. Il Partito democratico, infatti, senza mezzi termini ha annunciato che se andrà al governo tenterà il tutto per tutto per annullare i Decreti sicurezza che sono, per adesso, l'unica garanzia che l'Italia ha contro quell'immigrazione clandestina che per la maggior parte degli italiani è una delle priorità. Inanto, il deputao Pd Matteo Orfini sfida il premier Conte: «Mentre parliamo di possibili governi tra un ultimatum e l'altro, potrebbe cortesemente evitare che chi agisce su sua delega continui con politiche disumane? A proposito di discontinuità».

Eppure l'inciucio tra Pd e M5S sembra ormai cosa fatta. Che c'è, dunque, dietro a questo ravvedersi di Trenta e Toninelli dopo che nei giorni scorsi si erano letteralmente schierati contro Salvini? Come si ricorderà proprio il ministro della Difesa aveva fatto scortare la Open Arms da navi militari per consentire lo sbarco di minori poi rivelatisi, per la maggior parte, maggiorenni. Gli scontri verbali tra i due ministri sono memorabili. Che sia una sorta di contentino a un ministro dell'Interno che rischia di essere defenestrato da un partito che ha perso le elezioni e da uno che alle Europee ha dimezzato i consensi o che davvero, dietro, ci sia la voglia di ripensarci all'ultimo minuto? Visti gli attacchi di ieri della Trenta, che in un'intervista a Repubblica riferendosi a Salvini, parla di «tradimento», appare difficile. Voci di corridoio parlano della possibilità che se il nuovo governo dovesse nascere, Luigi Di Maio sarebbe tra i papabili anche alla Difesa.

Forse la collega titolare del dicastero di via XX Settembre e Toninelli stanno solo tentando la volata per non rischiare di essere esclusi.

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