Politica

Ncd vuol licenziare l'articolo 18. Forza Italia ci sta: "Proviamoci"

La proposta di Alfano sul lavoro ricompatta il centrodestra Brunetta: "Pronti a votarla". E la maggioranza si spacca

Ncd vuol licenziare l'articolo 18. Forza Italia ci sta: "Proviamoci"

Roma - Per una volta il centrodestra trova un terreno e una battaglia comune. E le «maggioranze variabili» - normalmente oscillanti tra la formula governativa Renzi-Alfano e quella Renzi-Berlusconi sulle riforme - questa volta si compongono in maniera diversa. Con un potenziale asse Forza Italia-Ncd sulla riforma dell'articolo 18 e un duello interno all'esecutivo sulle priorità settembrine.

La conferma di voler perseguire questa battaglia arriva da Angelino Alfano. Il numero uno del Nuovo centrodestra ribadisce di voler portare le modifiche all'articolo 18 nel decreto «Sbloccaitalia» in discussione al Consiglio dei ministri di fine agosto. Il fuoco di sbarramento di governo, Pd e sindacati è subito fitto. Ma il ministro dell'Interno prova a tenere duro. «Chiediamo che sull'articolo 18 si prendano decisioni rapide e speriamo di riuscire a convincere tutti i partner della coalizione e di governo a far sì che nel Consiglio dei ministri di fine agosto si possa realizzare questo storico obiettivo. Il muro dei sindacati finora ha retto, ma nell'ultimo decennio la disoccupazione è aumentata e in alcune aree del Sud quella giovanile ha superato il 50%. Invece di sperare in vecchie ricette e totem che hanno fallito, proviamone di nuove, sperando che possano funzionare». E Maurizio Lupi aggiunge: «Il governo non è un monocolore Pd».

Il ruggito di Via del Nazareno non si fa attendere. All'unisono si levano le voci del vicesegretario Pd Lorenzo Guerini, del presidente della Commissione Lavoro, Cesare Damiano, per il quale la proposta è «una litania ridicola», e del responsabile economico del partito, Stefano Fassina. Ma se il Pd fa quadrato, all'interno del governo non mancano voci in dissenso dal partito di maggioranza relativa: il sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova, ricorda che «mi batto per l'abolizione dell'articolo 18 da quasi vent'anni, prima con i referendum radicali, poi con diverse proposte di legge». Quindi per l'esponente del governo, che ha lancia l'hashtag #lavoltabuona ?, «si deve cambiare in meglio il mercato del lavoro e superare l'articolo 18, dopo quasi cinquant'anni di non brillanti risultati».

Naturalmente la variabile destinata a far discutere - e forse a far ritrovare su uno stesso fronte i gruppi di Forza Italia e Ncd, eletti sotto le insegne del Pdl - è il possibile appoggio del partito di Piazza San Lorenzo in Lucina a questa battaglia. Renato Brunetta, infatti, pone le modifiche all'articolo 18 fra le misure su cui Forza Italia potrebbe sostenere il governo Renzi. «Di fronte a un dramma nazionale cercheremmo la coesione politica. Per cui, se ci fossero provvedimenti davvero utili per il Paese, sì, li voteremmo», dice il capogruppo azzurro, che all'esecutivo suggerisce proprio «una moratoria» dell'articolo 18. «Per capirci, la sospensione di tre anni per tutti i neo-assunti», precisa. In pratica una sperimentazione a tempo per misurarne gli effetti. E se non funziona si torna indietro. «Se Renzi non vuole abolirlo esca allo scoperto e dica con chiarezza che non vuole dare alcun impulso al mercato del lavoro» aggiunge Maurizio Gasparri. E Brunetta rende esplicito il sottotesto politico di questa proposta: «Mentre l'autunno rischia di essere un “Vietnam” per Renzi e il suo partito, per il centrodestra, paradossalmente, potrebbe diventare l'occasione per la rinascita.

Ritrovando l'unità, con la guida di Berlusconi e di Forza Italia».

Commenti