Cronache

Nei quaderni del papà il segreto dell'infanticidio

Sequestrato il diario dell'uomo che ha ucciso a coltellate la figlia di 18 mesi. Piantonato in ospedale, non parla. Secretato l'interrogatorio della moglie

Nei quaderni del papà il segreto dell'infanticidio

In ospedale l'assassino della piccola Alessia. Segretato l'interrogatorio di Sara Bedini, 32 anni, moglie di Luca Giustini, il ferroviere di 34 anni che ha ucciso a coltellate la figlioletta di 18 mesi. I carabinieri di Ancona da 48 ore stanno cercando di sciogliere ogni dubbio sul dramma che ha sconvolto la cittadina marchigiana. Sequestrati due quaderni contenenti appunti personali, due coltelli da cucina e uno zaino con effetti personali.

Gli inquirenti sperano di scoprire elementi utili per comprendere un eventuale movente del delitto o i motivi psicologici che hanno portato l'uomo ad accoltellare a morte la bimba. Un gesto, comunque, difficile da spiegare. Giustini nel frattempo è ricoverato, piantonato dai militari, nel reparto di psichiatria degli Ospedali Riuniti. Secondo i medici l'uomo è sotto choc, in uno stato catatonico, muto. Neppure il suo legale, l'avvocato Nicoletta Pelinga, è riuscita a incontrarlo. Nel frattempo è in corso l'autopsia sul corpicino della bimba da parte del medico legale Mauro Pesaresi: la difesa non ha ancora nominato un consulente ma lo farà nel caso che il pm Andrea Laurino disponga una perizia psichiatrica. Non è stata ancora fissata, invece, l'udienza di convalida davanti al gup Alberto Pallucchini per l'accusa di omicidio volontario aggravato dal vincolo di parentela. Chiarita la dinamica dell'omicidio, avvenuto mentre l'uomo si trovava solo in casa con Alessia, nello stesso stabile dove si trova la stazione locale dei carabinieri. La moglie Sara era al mare con l'altra figlia di tre anni e i nonni delle bambine. L'omicida, dopo aver ucciso la piccola, ha telefonato alla moglie per dirle che era accaduto qualcosa di grave. «Corri, ho fatto un casino» urla. Ai carabinieri è probabile che la donna abbia detto altre cose utili per individuare un possibile movente.

Anche la madre dell'omicida è stata sentita: «Mio figlio da un po' di tempo piangeva, lo vedevo silenzioso e preoccupato».

Secondo la direzione regionale di Trenitalia, Giustini è un dipendente «irreprensibile», una condotta lavorativa «ottima», un comportamento «adeguato». Giustini era stato assunto nel 2004 e dal 2006 lavorava come macchinista. Nessuna evidenza dai controlli, anche psicoattitudinali, per accertare l'eventuale uso di droghe o alcol cui periodicamente è sottoposto il personale. Domenica l'uomo aveva terminato il suo turno alle 9, dopo aver percorso la tratta Foligno-Ancona. Aveva dormito nella città umbra ed era sceso nel capoluogo marchigiano.

Secondo il criminologo e psichiatra Francesco Bruno «una crisi psichiatrica grave non emerge all'improvviso. Giustini probabilmente è affetto da un disturbo mentale importante e il suo gesto potrebbe essere stato il risultato di una crisi forte dovuta a un disturbo serio finora trascurato». Secondo le statistiche «i padri che uccidono i figli lo fanno quando i bambini superano i 3 anni - conclude Bruno -. Al di sotto di questa età è più facile che siano le madri a farlo.

Alle donne capita di infierire in questo modo perché arrivano al punto di considerare i figli, ad esempio, espressione del diavolo».

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