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Nel blu dipinto di nero La notte stellata di Armani

Velluti e seduzione: lui e lei per la prima volta insieme sulla passerella di Re Giorgio che sfila nel suo Silos

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Milano L'ora blu è il momento magico tra buio e luce: quando la notte scivola nel giorno e viceversa. È un fenomeno naturale di rara bellezza e intensità, ma è anche una potente rappresentazione di certi sentimenti difficili da spiegare come la soffusa malinconia che diventa fulgida speranza, l'istante inafferrabile tra sogno e risveglio. Giorgio Armani trasforma tutto questo in moda per lui e per lei: un'indimenticabile rapsodia in blu scandita dal nero, dal velluto, dalle forme più belle che si possano immaginare. È la prima sfilata «coed» nella lunga storia di un marchio che ha sempre presentato l'immagine maschile nell'edizione femminile e il suo contrario.

Certo stavolta dev'essere stata una fatica improba perché l'altra sera sulla passerella lunga e tortuosa allestita per l'occasione nell'Armani Silos, c'erano 55 donne e 48 uomini. Questi ultimi erano talmente belli e prestanti che al momento dei saluti e dei ringraziamenti di rito ci è scappata una battuta tipo «mai visti tanti fusti in un colpo solo». Re Giorgio prontissimo risponde che all'occorrenza può fornire gl'indirizzi. Poi torna serio e spiega: «Ho trovato naturale disegnare uomo e donna insieme, quel che conta è la visione, avere un'idea chiara di dove vai a parare. Detto questo non so se continuerò».

In effetti l'organizzazione impeccabile dell'evento (800 invitati in due tornate con pochissimo spazio per luci, riprese e regia) non dev'essere stata facile. Per noi spettatori è stata una pacchia: i tessuti si potevano quasi toccare, forme e colori saltavano letteralmente agli occhi. Inevitabile chiedersi quanti toni di blu ci sono nella testa di Armani e cosa significa sognare una vita in blu dal mattino alla sera. «Significa amare i grandi orizzonti risponde lui pensare al blu del mare e a quello del cielo. Significa tenere i piedi per terra e lo sguardo in alto».

Lei è quasi sempre in pantaloni, anche con quel bellissimo ma difficilissimo modello chiamato Jodhpur che nei primi anni del secolo scorso fu concesso alle cavallerizze. Armani lo propone con piccole e seducenti giacche ad astuccio senza collo e revers ma con segno grafico bluette. Negli uomini le giacche sono a 2 o 6 bottoni con quella classica allacciatura alta che conferisce subito dignità. La sera per lei è come un cielo stellato, mentre per lui è un gioco di pura seduzione. Un millennial direbbe che blu is the new black, Armani che lo ama da sempre conclude dicento che «il blu è l'unica alternativa al nero: ne ha la potenza ma anche una morbidezza speciale, notturna». Parla di Blu anche Angela Missoni, ma è quello di un immaginario croma key, ovvero la tecnica di sovrapposizione delle immagini video. Tutto questo per parlare dell'uso magistrale del lurex sulle coloratissime maglie che sembrano tessuto e rendono modernissimo lo stile degli anni '70.

Da Laura Biagiotti, signora del bianco e del cashmere, lo show inizia con una serie di capi sportivi decorati da un bellissimo logo disegnato 45 anni fa nei colori e accostamenti del futurismo. «In fondo questi sono i nuovi anni Venti» spiega Lavinia Biagiotti Cigna, erede del marchio e delle sue molte tradizioni. Dalle regioni spirituali della pace la sua grande mamma può essere più che fiera di lei perché la sfilata è molto riuscita e la risposta diplomatica ma ferma fa finalmente chiarezza sulla spinosa questione di Balmain che ha copiato il logo Biagiotti.

Da Stella Jean è invece di scena il gran tour al contrario, ovvero il viaggio che i giovani dell'alta società facevano nelle capitali europee dal '700 in poi trasportato nei paesi sotto l'equatore che da sempre sono fonte d'ispirazione per la designer. Annunciata una partnership con Pinko per dar vita in Kenya a un progetto di riforestazione con 10 mila alberi da frutto.

Antonio Marras fa una bella collezione ispirata dall'idea del padre di Modigliani che ha fatto l'ingegnere minerario nel Sulcis trascinando il figlio artista a contatto delle belle minatrici sarde. Vestiti e accessori sono all'altezza di questo sogno romantico e molto più aderenti del solito al gran ballo delle tendenze. Peccato l'inutile sceneggiata finale con attori e ballerini che simulavano una festa maudit innaffiando villanamente il pubblico di vino.

Gran bel lavoro da GCDS, marchio creato da due giovani fratelli di Napoli che in 4 anni sono arrivati fatturare 10 milioni e prevedono il raddoppio quest'anno. Prevista anche una partnership con Barilla per una pasta nel colore preferito del brand: rosa bubble gum.

Eleventy triplica le vendite dei cappotti con un trucco nel suo piccolo geniale: pochi grami di ovatta dentro un'imbottitura segreta che in un colpo solo rende più moderno e caldo il paltò di piumini e pellicce.

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