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Nel Carroccio tregua armata tra Salvini e Bobo

Maroni: "Non sono agli ordini di Matteo". L'annuncio di Bossi: "Domenica dirò la mia"

Nel Carroccio tregua armata tra Salvini e Bobo

Roma - Il Roberto Maroni che a La Stampa dichiara di non essere agli ordini di Matteo Salvini e che la Lega Nord non starà mai a destra, dimostra un certo coraggio. L'idea che ognuno possa andare in ordine sparso, anche all'interno di un partito, è sempre attuale. Detto questo, nonostante la già citata intervista al quotidiano torinese, («Mi ricordo Salvini ai tempi in cui era segretario dei giovani comunisti padani...» e «la Lega del welfare e del bonus bebè non è un partito di destra, abbiamo fatto cose che certe amministrazioni rosse si sognano») tra i due tira aria di tregua. Il segretario preferisce non replicare a certe valutazioni e dedicarsi ad altro, tipo Umberto Bossi: «Su di lui non dico niente di acido, anche se mi insulta un giorno sì e l'altro pure». Bossi dice ad Huffington Post che «parlerà domenica» al Palacassa della Fiera di Parma nel corso del congresso che vedrà l'investitura di Matteo. «Prima però sentirò quello che ha da dire».

Dai microfoni di Radio Padania, Salvini ribadisce di «non essere leader di un partito dei clic o di quelli che si trovano in una villa in Brianza e decidono le candidature». E promette di seguire da vicino la vicenda di Altamura: «Sono dalla loro parte da quando sono scesi in strada per difendere la loro sacrosanta sicurezza contro l'arrivo di 89 clandestini che la prefettura vorrebbe far stare comodamente in un immobile vicino a due scuole». Promette anche di presentare un'interrogazione parlamentare urgente «per fare luce su quest'ennesima invasione sulla pelle dei residenti ma che magari serve a fare affari a qualcun'altro».

Ma torniamo a Maroni che ha incaricato il consigliere Stefano Bruno Galli di stilare il manifesto dell'autonomia della Regione per promuovere il referendum del 22 ottobre. Maroni, si sa, punta deciso a un secondo mandato al Pirellone e per questo è decisiva l'alleanza con Forza Italia che il governatore difese in un'intervista contro Salvini a Il Corriere della Sera. L'azzurro Renato Brunetta ha da tempo raccolto il testimone e ribadisce il concetto: «Salvini è un grandissimo leader politico, ha preso la Lega ridotta ai minimi termini e l'ha portata al 15%. Per far questo ha dovuto usare un linguaggio estremo. Chapeau. In pochi anni moltiplicare per cinque il consenso di un partito è riuscito a pochi nella storia politica del nostro Paese. Questo patrimonio che Salvini ha messo insieme non va disperso o emarginato, va messo dentro il potenziale del centrodestra unito di governo».

A buon intenditor.

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