Cronache

Nel Paese dei campanili un parroco a processo per i rintocchi molesti

Disturbo della quiete pubblica, Don Andrea alla sbarra. Lui: «Ho cose più importanti...»

Nel Paese dei campanili un parroco  a processo per i rintocchi molesti

Venezia In un Paese dove gli studi dei magistrati scoppiano di faldoni, dove i corridoi dei tribunali sono pieni zeppi di fascicoli, si processa un parroco perché le campane del suo paese fanno troppo rumore. Siamo a Salzano, in provincia di Venezia. Una parrocchia con poco più di 10mila fedeli, abituata ancora a scandire i ritmi della vita contando i rintocchi delle campane e a svegliarsi al mattino con sessanta tocchi. Ma a qualcuno le campane non piacciono, tanto da trascinare il don in tribunale.

La vicenda parte nel 2013. Un residente di 49 anni lamenta le campane troppo rumorose e si rivolge a un legale. Da qui scatta la trafila giudiziaria e il processo che partirà il 27 novembre a carico di don Paolo Cargnin, 66 anni, lo vede citato in giudizio per disturbo della quiete pubblica. Di certo nella storia non si contano molti parroci processati perché le campane suonano «troppo forte». Il don sarebbe «accusato» di aver disturbato i residenti, perché avrebbe suonato le campane a un livello sonoro oltre i limiti del consentito. «Le campane non sono mie, e poi o si suonano o non si suonano dice a Il Giornale don Paolo non posso mettere il silenziatore, né le posso abbassare. Ma io ero dentro i limiti».

Nel capo di imputazione formulato dal sostituto procuratore Francesca Crupi, al parroco viene contestato di aver superato i livelli sonori previsti dalla legge e di aver fatto durare il «rumore» troppo a lungo. Il don non si sarebbe adeguato alle prescrizioni del 2011 contenute nella delibera del vescovo di Treviso e al regolamento comunale per la disciplina delle attività rumorose del 2010, che all'articolo 27 prescrive che «l'uso delle campane per le cerimonie religiose è permesso dalle 7 all'una del giorno successivo e per un periodo continuativo non superiore a dieci minuti in occasione delle grandi festività e dalle 7 alle 21.30 e per un periodo continuativo non superiore a cinque minuti, nel rimanente periodo dell'anno». Ma l'articolo 27 nel suo incipit prevede anche «fatte salve particolari deroghe concesse dal sindaco». Deroghe che ci sono state con un'ordinanza di autorizzazione dell'allora sindaco Alessandro Quaresimin. I limiti sarebbero stati rispettati perché il suono delle campane era consentito pur essendo superiore ai livelli normalmente previsti.

«Ho cose più importanti dice don Paolo - Mi auguro che il giudice abbia buon senso. Le campane sono lì dal 1.

800, è una tradizione che dura da secoli».

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