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Nel Venezuela affamato la gente si dà ai saccheggi

Negozi svaligiati, 4 morti. Prorogata la validità di banconote ormai senza valore

Nel Venezuela affamato la gente si dà ai saccheggi

«Maduro è diventato matto ma non ci ha avvisato». È esasperata Genny Salazar, in coda da 10 ore in un torrido sabato prenatalizio e che da martedì scorso non riesce a seppellire il fratello ucciso a Caracas perché come spiega lei stessa alla televisione Vivo Play «al cimitero non accettano più i biglietti da 100 bolivares da quando, l'11 novembre scorso, Maduro el loco (il matto in italiano, ndr) ha deciso che non valgono più nulla».

L'ordine dato in diretta tv dal presidente più odiato della storia venezuelana era che i cittadini cambiassero entro 10 giorni (passati poi a 72 ore) nelle banche (prima tutte, poi solo la Bcv, la banca centrale) le banconote da 100 sinora quelle di maggior valore, pari a meno di 0,2 centesimi di euro - con nuovi biglietti, il più «prezioso» dei quali da 20mila bolivares. Immediata la corsa agli sportelli, con code che hanno superato i tre chilometri a Caracas e disordini in tutto il Paese. Centinaia i negozi saccheggiati, decine gli istituti di credito attaccati da folle inferocite contro le quali si è scagliata la Guardia nazionale bolivariana e, dopo una settimana di caos dantesco, un saldo di quattro morti negli scontri tra sgherri del regime e popolazione.

Quando Maduro ha lanciato il suo ultimatum sapeva perfettamente che le banconote da 100 bolivares rappresentavano quasi la metà del contante in circolazione. Come non bastasse, poi, quando milioni di venezuelani come Genny sono arrivati allo sportello con borse piene di biglietti da 100 si sono sentiti rispondere dal personale del Bcv «non ci sono nuove banconote da darvi», ricevendo in cambio appena una ricevuta. Il problema è che con le ricevute non si compra nulla in Venezuela e, adesso, alla disperazione quotidiana per cercare cibo e farmaci salvavita, s'è aggiunta la beffa della stretta monetaria imposta dal presidente. Maduro impaurito dalla reazione del pueblo ieri ha prorogato sino al 2 gennaio 2017 l'ultimatum per cambiare i 100 bolivares, giustificando la sua scelta con un fantomatico complotto economico ordito dagli Stati Uniti e da sedicenti mafie che - proprio con questo taglio e solo con questo - a suo dire farebbero affari alle frontiere con Colombia e Brasile che perciò sono state di nuovo chiuse. Follia allo stato puro. Ma se anche ci fosse la Spectre ad ordire il thriller della «Guerra economica» sbandierata ogni minuto dal regime, perché Maduro non ha tolto dalla circolazione anche i biglietti da 50, 20 e 10 bolivares? E perché non sono state fatte arrivare prima le banconote di taglio maggiore? Gli analisti sentiti dal Giornale ritengono che quella di Maduro sia stata la prova generale di un imminente corralito, sull'esempio di quello argentino di fine 2001.

Certo è che per le follie del loro presidente oggi molti a Caracas sono rimasti senza contanti e si apprestano a trascorrere le vacanze natalizie più tristi che mente venezuelana ricordi.

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