Politica

Nelle carte spunta Fico: «Falsità, querelo tutti»

Il big grillino coinvolto per un sms al primo cittadino. Lui, in difficoltà, smentisce

Massimiliano ScafiRoma «Troppe falsità, la querela è pronta». No, non è davvero un bel momento per Roberto Fico, presidente della commissione di Vigilanza della Rai, big grillino, membro del direttorio Cinque Stelle. Non bastava la convocazione in procura, sabato, da parte del pm Woodcock come «persona informata dei fatti». E nemmeno la sconfitta subita dal rivale di sempre Luigi Di Maio che, spalleggiato da Grillo e Casaleggio, ha imposto la linea dura sulla vicenda di Quarto, con la richiesta di dimissioni del sindaco Rosa Capuozzo. Adesso Fico, finito pure in imbarazzanti intercettazioni telefoniche, appare in difficoltà pure dentro M5S. Una stella al tramonto? Beppe, dicono è «irritatissimo».Lui si difende con un certo piglio. «Leggo di un mio invito fatto al sindaco di Quarto, risalente allo scorso 16 dicembre, ad andare avanti tranquillamente. Tutto ciò è palesemente falso, fuorviante e costruito ad arte». La verità, sostiene, è un'altra. «Il messaggio a cui si fa riferimento nell'intercettazione pubblicata è stato inviato da me al consigliere Nicolais che chiedeva spiegazioni sulla cacciata di De Robbio e diceva, testualmente: Andate avanti e cercate di lavorare tranquillamente». E non si tratta, spiega, di sfumature: «Sono pronto a denunciare chiunque arbitrariamente manipolerà il contenuto di conversazioni telefoniche per farne false interpretazioni al fine di gettare fango sulle persone oneste».Sì, davvero un momentaccio. Già sabato, uscendo dall'interrogatorio, era sembrato sulla difensiva. «Con le mie dichiarazioni al pm ho chiarito alcuni aspetti relativi alle regole del movimento. Attendo fiducioso l'esito delle indagini prima del quale non intendo esprimermi se non dichiarando che io, come tutto il M5S, ci riteniamo persone offese dai fatti così come sono contestati a Giovanni De Robbio». Cioè, il consigliere indagato per voto di scambio e tentata estorsione aggravata, espulso dai grillini. Un uomo di Fico? Macché. «Tengo a sottolineare che non sono mai stato collegato a quel consigliere».E Rosa, allora? Per dieci giorni il presidente della Vigilanza ha provato a difenderla. Poi, quando sono emerse le carte e la situazione è precipitata, anche lui ha dovuto allinearsi e cedere al «falco di Pomigliano», Di Maio, che chiedeva di fare piazza pulita. Anzi, l'altro giorno Fico era sembrato più realista del re: «Le ragioni per cui abbiamo chiesto le dimissioni del sindaco? Perché se anche solo un voto ha la probabilità di essere inquinato, pure se noi e Rosa restiamo parte lesa, come movimento preferiamo spiegare ai cittadini che torniamo al voto per garantire la nostra onestà assoluta». Ma Rosa, con la casa perquisita, resiste.

Come Marino.

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