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"È nell'Esercito di Silvio" sospeso un poliziotto. Il caso va alla Camera

Interrogazione ad Alfano degli azzurri: "Basta persecuzioni". Pronti i gruppi di verdiniani e fittiani anche a Montecitorio

"È nell'Esercito di Silvio" sospeso un poliziotto. Il caso va alla Camera

Il suo caso è perfino arrivato in Parlamento. Già perché un'interrogazione parlamentare al ministro Alfano a firma Polverini, Brunetta e altri azzurri chiede conto della sospensione di un poliziotto perché appartenente all'Esercito di Silvio di Simone Furlan. E Giovanni Toti twitta : «Il caldo fa brutti scherzi! Speriamo rinfreschi presto...». Giovanni Iacoi, questo il nome del dirigente di polizia con curriculum esemplare, è stato sospeso solo perché berlusconiano. «È stata presentata un'interrogazione al ministro affinché venga fatta rispettare la legge che consente agli uomini in divisa, nel proprio tempo libero, di poter fare attività politica - dice Simone Furlan, leader dell'Esercito di Silvio -. Siamo stanchi della persecuzione che la sinistra perpetra a tutti i livelli verso coloro che amano e sostengono Silvio Berlusconi».

E mentre c'è un terremoto in vista nel gruppo di Forza Italia a Montecitorio, Berlusconi se ne cura relativamente. Ha la testa su problemi internazionali tanto che rilascia una lunga intervista al quotidiano egiziano Al Ahram , una delle testate più autorevoli del mondo arabo. I temi trattati sono di stretta attualità e vanno dai rapporti tra Africa e Occidente alla lotta all'estremismo islamico passando per la ricostruzione degli ultimi vent'anni di politica internazionale. Berlusconi elogia la leadership del presidente egiziano in carica Al Sisi, essenziale baluardo nella lotta al terrorismo di matrice islamica. Ritorna, poi, a raccontare le fasi che hanno portato all'attacco a Gheddafi ricordando come fosse contrario all'azione militare che ha solo portato il caos in quel Paese, ora terreno fertile degli estremisti islamici. Il Cavaliere va oltre e svela che fece di tutto per dissuadere anche l'amico George Bush dall'intervento militare in Irak nel lontano 2003. Sforzo vano anche se non è corretto spiegare la nascita dell'Isis soltanto in seguito all'invasione Usa di Baghdad. Si trattano anche temi economici con il plauso all'imminente apertura del Canale di Suez, in programma il 6 agosto. Ma mentre il Cavaliere tratta argomenti di alta politica internazionale, il suo partito, alla Camera, ribolle.

Dopo lo strappo di Verdini in Senato anche a Montecitorio i seguaci di Denis si stanno dando molto daffare. Sono dati per certi gli addii di Massimo Parisi, Luca D'Alessandro, Ignazio Abrignani, Monica Faenzi, Giovanni Mottola, Saverio Romano. Incerto Giuseppe Galati. E siamo a sette. Questi si trasferirebbero al gruppo Misto ma l'obiettivo vero sarebbe riuscire ad arrivare a quota 10 in modo da riuscire a costituire un sottogruppo. Così facendo, a ogni deputato sarebbe garantito qualcosa come 6 o 7mila euro al mese in più per far fronte alle spese (segretarie, personale, telefoni, ecc...). Ma non ci sono soltanto i verdiniani in fermento. Data per imminente è anche la costituzione del gruppo dei fittiani, che a Palazzo Madama esiste già. I primi d'agosto nasceranno i Conservatori e Riformisti Italiani anche a Montecitorio perché, grazie al lavoro estenuante di Daniele Capezzone, si è raggiunta quota 20. Al raggiungimento della soglia minima sono determinanti gli ultimi arrivi: Pierpaolo Vargiu (ex Scelta civica), Walter Rizzetto (ex grillino) e Antonino Minardo (ex Ncd). Minardo, siciliano di Modica, da tempo era in rotta con Angelino Alfano e stava meditando di tornare alla casa del padre di Forza Italia.

Poi, all'ultimo, l'approdo fittiano.

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