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Nello, il recordman di preferenze che nel '99 ha stracciato pure Fini

Alle Europee superò il suo leader di 50mila voti. E l'ex segretario di An non lo perdonò. Ora i sondaggi lo premiano: è sopra il 40%

Nello, il recordman di preferenze che nel '99 ha stracciato pure Fini

Se a un qualunque politico siciliano, di centro di destra o di sinistra, chiedi un aggettivo che possa definire Nello Musumeci, la risposta è un plebiscito: «coerente». Sì, perché se c'è un tratto distintivo nella lunga militanza politica del candidato del centrodestra a governatore di Sicilia è questo: un percorso senza sbavature, dai primi passi a 15 anni nella Giovane Italia su fino al Msi, poi An, poi la sua «Alleanza Sicilia» confluita ne La Destra. E infine «#Diventerà bellissima», il movimento nato due anni dopo la sconfitta alle Regionali del 2012 e col quale oggi Musumeci - i sondaggi lo danno oltre il 40% - ha ottime chance di diventare presidente della Regione siciliana.

Sì, nel 2012 Musumeci ha perso. Ma cinque anni fa l'unità della coalizione era una chimera, era candidato in proprio a governatore anche il grande tessitore del ticket Musumeci-Armao di oggi, Gianfranco Miccichè. Adesso, con la coalizione compatta, con in squadra persino l'ex rettore di Palermo Roberto Lagalla che per settimane è stato il candidato in pectore del centrosinistra, la storia è tutta diversa. E Musumeci può tornare a indossare i panni che gli sono più congeniali: quelli di recordman di preferenze.

Già, politico di razza, anche se curriculum alla voce professione Musumeci annota bancario e giornalista pubblicista. Politico di razza e recordman di preferenze. Fare il pieno di voti per Musumeci, 62 anni, è un vizio antico. Sin da quando, primo esponente del Msi-Destra nazionale, nel 1994, conquista un grande ente come la Provincia di Catania. E con l'elezione diretta, come i sindaci di quella stagione, Leoluca Orlando ed Enzo Bianco. «Credo di poter dire che la Provincia di Catania è stata inventata da me», commenta nel 2003 in un'intervista al Secolo d'Italia, tracciando un bilancio del secondo mandato cominciato nel 1998: rieletto con 310mila voti, presidente «mai indagato» e più amato d'Italia secondo i sondaggi. Nella sua Militello, il comune del Catanese in cui a 20 anni ha mosso i primissimi passi in politica da consigliere comunale. Ma non solo.

Recordman alle elezioni per la Provincia di Catania nel 1994 e nel 1998, Musumeci. E recordman anche alle Europee. Le prime sono nel 1994, sarà riconfermato eurodeputato altre due volte. Ma sono quelle del 1999 che sono entrate nella storia. Sì, perché tra i vari primati di Musumeci c'è anche questo: avere umiliato, nella sua Catania, l'allora leader del suo partito, Gianfranco Fini. La disfatta sta nelle cifre dei risultati a Catania: Sebastiano Musumeci detto Nello 57.519 preferenze; Gianfranco Fini 9.013. Quasi 50mila voti di scarto. Uno schiaffo che Fini, a Nello, non ha mai perdonato. Tanto da replicare sarcastico, nel 2012, a chi gli chiedeva di Nello: «Musumeci chi?».

Già nel 2001 Musumeci aspira a fare il candidato governatore. Ma Fini, memore dello schiaffo dei 50mila voti, si mette di traverso. La rottura con Fini quattro anni dopo, nel 2005. Musumeci punta a regionalizzare il partito, Fini dice no. E lui va via. Con Berlusconi, nonostante il boicottaggio di Fini, Musumeci ha buoni rapporti, tanto che il Cavaliere nel 2010 lo chiama a fare il sottosegretario al Lavoro. Nel 2012 non viene eletto ma diventa deputato regionale e presidente della commissione Antimafia. Ed è da allora che Nello lavora alla candidatura di oggi. In attesa del prossimo record: salvare la Sicilia da quella che sino a qualche mese fa sembrava una vittoria scontata del M5s. Perché a questo punto, nell'Isola, la partita è a due, Centrodestra-M5s.

Pd e sinistra sono già ko.

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