Politica

Nemici da tutte le parti

Il premier, logorato dal Pd, finisce nel mirino di Juncker. Renzi è finito nell'angolo soprattutto per fatto personale

Nemici da tutte le parti

L'altra sera, intervistato da un ottimo Gianni Minoli su La7, Matteo Renzi ha ammesso di essere una persona «cattiva». Poche ore prima il suo amico Oscar Farinetti, fondatore di Eataly, lo aveva messo in guardia: «Matteo deve trovare il modo di suscitare simpatia, stanno diventando antipatici». Cattivo e antipatico sono aggettivi che definiscono persone, non linee politiche, ma pesano come macigni sui rapporti politici. Se aggiungiamo altri due aggettivi, «inaffidabile» e «bugiardo» con cui in passato Silvio Berlusconi ha bollato il premier, interrompendo di conseguenza qualsiasi collaborazione con lui, si capisce bene che Renzi è finito nell'angolo soprattutto per fatto personale. Un fenomeno che, fuori dalla politica, è definito «bullismo» e, come tale, punito dalla legge.

È stato il bullismo, non altro, a rompere quella comunità granitica che sembrava essere il Pd. Nei giorni scorsi, alla Leopolda di Firenze, è andata in scena una spaccatura non tra correnti ma tra persone e, come tale, credo non più recuperabile. In politica tutto, o quasi, si rattoppa, l'odio tra uomini invece è insanabile. Se Renzi ha spinto consciamente e volutamente fino ad arrivare a questo punto non lo so. Ma credo che, alla fine, uno solo dei due rimarrà vivo. Probabilmente sarà Matteo Renzi, ma a che prezzo? Che forza potrà avere in Italia e all'estero un premier con le armate parlamentari ed elettorali decimate da una scissione o da una costante, direi estenuante, guerra di logoramento da parte dei suoi? Un segnale non incoraggiante è arrivato ieri dall'Europa. All'ennesima minaccia di Renzi sulla flessibilità dei conti, il presidente della Commissione Juncker ha risposto con un lapidario «me ne frego» di mussoliniana memoria.
Gli italiani, così dicono i sondaggi, se ne fregano delle sue frottole sulla necessità di votare «sì» al referendum istituzionale, Bersani e compagni se ne fregano che lui sia il segretario del Pd, l'Europa se ne frega delle sue minacce. Gli elettori di centrodestra se ne fregano che sia un moderato e non lo seguono, quelli di sinistra non se ne fregano che si sia messo in affari con Verdini, Bondi e Cicchitto.

Non è per gufare, ma il ragazzo non lo vedo bene.

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