Sisma in Nepal

I calciatori vendono le Skoda per aiutare

Nessun confronto con i bolidi dei nostri divi: sono utilitarie usate

Kerin Chemjong, portiere della nazionale  di calcio nepalese
Kerin Chemjong, portiere della nazionale di calcio nepalese

Lui è il numero uno in tutti i sensi. Difende la porta della nazionale del Nepal, ed è considerato lo sportivo più amato del Paese assieme ai campioni del cricket, vero sport nazionale. La storia di Kiran Chemjong sta diventando in queste giornate di intollerabile angoscia un balsamo per il cuore di una popolazione stremata dalla catastrofe. In accordo con quattro suoi compagni di squadra, i difensori Sagar Thapa e Sandip Rai, e gli attaccanti Anil Gurung e Ashim Jung Karki, Kiran ha deciso di mettere all'asta la propria automobile. «Siamo in cinque non perché gli altri miei compagni siano avari - ci tiene a sottolineare - in realtà soltanto noi possediamo un'auto. Gli altri si spostano con i mezzi pubblici. Ora lo faremo anche noi».

Nella visione occidentale di una sfera di cuoio sequestrata dal divismo e dai miliardi, sembra quasi anacronistico il racconto del 25enne atleta nepalese. Eppure, un po' come in Europa, anche a quelle latitudini uno sportivo si può considerare privilegiato, pur guadagnando 10mila rupie al mese, l'equivalente di 145 euro. Cifre che, paragonate al reddito pro capite annuo che non supera i 950 euro, lasciano emergere il singolare status da «paperoni» dei calciatori nepalesi. I cinque atleti metteranno all'asta altrettante Skoda «mille» di cilindrata, semplici utilitarie, per un valore commerciale, trattandosi di auto usate, che si aggira sui 10mila euro. «Le abbiamo comprate più o meno nello stesso periodo - racconta Sagar Tapa, 31 anni, sherpa prestato al pallone nato nel villaggio himalayano di Machhegaun, raso al suolo dal terremoto di sabato - pagandole a rate. Del resto non possiamo permetterci certi acquisti in contanti».

Confidenza collocata agli antipodi del pallone nostrano, dove i calciatori si sfidano a colpi di bolidi rombanti prima ancora che sul manto erboso. Riuscite a immaginare una stella del firmamento eccentrica come Mario Balotelli privarsi di una delle sue due Ferrari (la 458 Italia e la F12 Berlinetta) o della Bentley Continental? «Non riesco a immaginarlo, ma è anche un altro mondo - commenta Anil Gurung, quasi a voler giustificare il collega più celebre - lo dico per esperienza diretta. Ho vissuto per tre mesi a Londra sottoponendomi a un provino nel Chelsea. L'allenatore era all'epoca Ancelotti, ma non mi ha preso. Comunque non sarei riuscito ad adattarmi a quello stile di vita». E mentre il premier Koirala parla di disastro umanitario e di 10mila persone sotto le macerie, Kiran Chemjong, il portiere che dice di ispirarsi «un po' a Buffon e un po' al campione del mondo Neuer» cerca di esorcizzare il dramma: «Ci siamo rialzati tante volte, ci proveremo ancora. Nel nostro piccolo abbiamo voluto dare un esempio. Spero tuttavia che l'avidità di chi anche nel Nepal vive nel lusso non prevalga».

I cinque benefattori hanno già deciso a chi destinare la somma: «Andrà all'orfanotrofio di Pokhara. È rimasto miracolosamente in piedi, ma al momento il personale non sa più dove ospitare i tanti bambini ricoverati in questi ultimi giorni», racconta Ashim Karki. Ha gli occhi lucidi, e non potrebbe essere altrimenti. Il terremoto gli ha portato via la sorella Sabitra.

Aveva appena 14 anni.

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