Mondo

"Nessuna vittima" Trump esulta e offre la via d'uscita Subito altre sanzioni

"Nessuna vittima" Trump esulta e offre la via d'uscita Subito altre sanzioni

D onald Trump rivendica una prima vittoria nei rapporti di forza con l'Iran, facendo sperare in un'opportunità di inizio della normalizzazione tra Washington e Teheran. «Nessun americano è stato ferito nell'attacco condotto dal regime iraniano» alle basi Usa in Irak, «tutti i soldati sono al sicuro, ci sono stati solo danni minimi», annuncia il presidente americano parlando alla nazione in diretta tv dalla Casa Bianca. «L'Iran sembra indietreggiare, - prosegue - e questa è una cosa molto buona per tutte le parti interessate e per il mondo».

Dietro di lui ci sono tutti i vertici della sua amministrazione, dal vice Mike Pence al segretario di stato Mike Pompeo, al capo del Pentagono Mark Esper, per inviare al mondo un segnale di unità. Il tycoon avverte che «tutte le opzioni restano sul tavolo per contrastare la minaccia della Repubblica Islamica», ma per ora non paventa lo spettro di nuove rappresaglie, riprendendo invece la strada delle misure punitive di carattere economico. «Gli Usa imporranno immediatamente nuove sanzioni al regime», chiosa, avvertendo che «per troppo tempo è stato tollerato il comportamento distruttivo e destabilizzante dell'Iran, ma quei giorni sono finiti». Rivolgendosi al popolo e ai leader iraniani, afferma poi che l'America è «pronta ad abbracciare la pace», e ribadisce le sue critiche all'accordo sul nucleare: «Le ostilità di Teheran sono aumentate sostanzialmente dopo che è stata firmata l'intesa». L'Iran «deve abbandonare le sue ambizioni nucleari e smettere di sostenere il terrorismo», avverte, ed «è giunto il momento che Gran Bretagna, Germania, Francia, Russia e Cina riconoscano questa realtà». Perciò li invita a uscire dall'accordo, per «raggiungerne uno che permetta all'Iran di crescere e prosperare, e renda il mondo un posto più sicuro». Trump chiede poi agli alleati della Nato di essere più coinvolti in Medio Oriente, e afferma che le priorità strategiche dell'America sono cambiate perché «negli ultimi tre anni la nostra economia è più forte che mai, abbiamo raggiunto l'indipendenza energetica e non abbiamo bisogno del petrolio del Medio Oriente».

Il presidente torna anche a spiegare le ragioni che hanno portato al raid in cui è rimasto ucciso il generale iraniano Qassem Soleimani, che era il «maggiore terrorista mondiale», con «le mani sporche del sangue dei soldati americani e iracheni». The Donald, pur promettendo che Teheran «finché sarò presidente non avrà mai l'arma nucleare», evita di minacciare un ulteriore uso della forza. L'inquilino della Casa Bianca fa quindi un passo indietro rispetto alla possibilità di un ulteriore confronto militare con la Repubblica Islamica, anche perché l'Iran sembrerebbe indicare che con i 22 missili lanciati contro le basi Usa la sua rappresaglia per l'uccisione di Soleimani è terminata.

All'interno dell'amministrazione Usa, secondo i media, c'è peraltro la convinzione che l'Iran abbia intenzionalmente evitato le aree con i soldati americani, e inoltre l'Irak avrebbe avvertito gli Stati Uniti dell'imminente attacco alle due basi militari. I media americani citano una fonte locale che parla di «messaggio verbale ufficiale« consegnato da Teheran a Baghdad, che a sua volta lo avrebbe «passato» ai vertici militari di Washington.

Dall'Onu, nel frattempo, il portavoce del segretario generale Antonio Guterres «plaude a qualsiasi indicazione che indichi che i leader facciano un passo indietro dal rischio di un grave scontro e tutto il possibile per evitare un'ulteriore escalation».

Commenti