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New York, stretta di Trump sui visti

«Basta ingressi facili, pena di morte per i terroristi». I messaggi d'odio dell'attentatore

New York, stretta di Trump sui visti

New York - Lotta al terrorismo, immigrazione, elezioni in Alabama, molestie sessuali: sono i dossier caldi in queste ore sulla scrivania del presidente americano Donald Trump. All'indomani del fallito attentato a New York, il tycoon ha invocato la pena di morte per i terroristi, come aveva già fatto dopo l'attacco di Halloween sull'Hudson River.

«Coloro che vengono condannati per atti di terrorismo meritano le pene più severe previste dalla legge, inclusa la pena di morte nei casi appropriati», ha tuonato Trump in una nota. Proprio contro il tycoon, invece, si è scagliato l'attentatore di Port Authority in un post sulla sua pagina Facebook, scritto poco prima di entrare in azione: «Non sei riuscito a proteggere la tua Nazione», ha scritto il 27enne di origine bengalese Akayed Ullah, che le autorità hanno incriminato per terrorismo. Il giovane ha detto di aver agito per vendicare i raid Usa contro l'Isis in Siria, ha scelto quel terminal per la presenza di poster a tema natalizio e il periodo prima delle feste per avere massimo impatto. Sul suo passaporto, secondo i media, è stata trovata la scritta: «America, muori nella tua collera».

Trump, da parte sua, ha riaffermato che «gli Usa devono rimanere saldi contro l'estremismo. Il tentato attacco a New York, il secondo negli ultimi due mesi, sottolinea ancora una volta l'urgente necessità che il Congresso attui una riforma sull'immigrazione per proteggere il popolo americano», ha proseguito, chiedendo di «correggere il lassista sistema che consente a troppe persone pericolose e inadeguatamente valutate di entrare nel nostro Paese». In particolare ha domandato di porre fine alla «catena migratoria», che consente a un immigrato di sbarcare negli Usa sfruttando ampi legami di parentela, come per Ullah. E anche alla lotteria per la carta verde con cui era arrivato negli Usa l'uzbeko di Halloween.

Intanto, in queste ore, il presidente sta seguendo con attenzione lo spoglio delle schede in Alabama per assegnare il seggio in Senato rimasto libero dopo la nomina di Jeff Sessions a ministro della Giustizia. Il voto è considerato un banco di prova per i repubblicani (che in caso di sconfitta rimarrebbero con un solo seggio di vantaggio) e un punto di svolta per il Grand Old Party alle elezioni di metà mandato del 2018. Il candidato Gop, Roy Moore, negli ultimi mesi è stato travolto dalle polemiche per le accuse di aver molestato delle minorenni nei decenni passati. E per questo, nonostante l'Alabama sia considerato lo stato più conservatore d'America, i sondaggi sono stati sino all'ultimo altalenanti tra lui e il democratico Doug Jones. «Ci serve un repubblicano. Votate per Moore», ha esortato Trump via Twitter, nonostante in un primo momento sia stato restio ad appoggiare il candidato sostenuto dall'ultraconservatore ex stratega della Casa Bianca, Steve Bannon.

Nel frattempo sono tornate a parlare tre delle donne che avevano accusato il tycoon di molestie sessuali prima della sua elezione e ora chiedono al Congresso di aprire un'indagine sul comportamento di Trump.

Anche 56 democratiche a Capitol Hill hanno domandato l'apertura di un'inchiesta da parte della commissione di Vigilanza della Camera.

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