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Niente vigilanza e avvisi. E quei pericoli sottovalutati

I geologi: «Era attesa pioggia forte, la tragedia era evitabile. Il torrente? Non è un parco acquatico»

Una tragedia evitabile quella del torrente del Raganello? A posteriori si possono dire tante cose. Soprattutto che quella non è certo una zona per scampagnate e famiglie in bermuda. La stragrande maggioranza di chi si inoltra in queste insenature è un dilettante. Un problema di fondo per il presidente dell'Ordine dei Geologi della Calabria Alfonso Aliperta che oltretutto esclude, dal punto di vista idrogeologico, l'evento eccezionale. Dunque, c'era da aspettarselo.

«Quella che impropriamente viene chiamata bomba d'acqua è un fenomeno estivo frequente qui in Calabria - spiega - e quando succede, i tempi di corrivazione (il tempo che impiega una particella d'acqua ad arrivare da monte a valle) sono rapidi. Se a questo si aggiunge la sorta di imbuto in corrispondenza del ponte del diavolo, la situazione degenera». In questi giorni c'era l'allerta gialla, la giornata insomma non era indicata per questo tipo di escursioni. «Nonostante questo - continua Aliperta - c'erano un sacco di persone nelle gole del Raganello che sono valli profonde con tratti stretti e fianchi di roccia calcarea». Per evitare la tragedia «sarebbe bastato avere un sistema di monitoraggio a monte che funzionasse da semaforo rosso per i turisti». Sistema di monitoraggio che, però, è assente in un'area «che negli anni è diventata un'attrazione turistica». «Il punto è che quel torrente non è un è un'acquapark. E una zona di questo tipo non può essere lasciata alla fruizione senza controllo di chi pensa di andare a fare una gita».

Un disastro annunciato per i frequentatori del torrente del Raganello. «Qui è diventato un luna park. Non è possibile vedere bambini con infradito nei sentieri e donne in bikini». Claudio, assiduo frequentatore della zona, è stato tra i primi a intervenire. «Abbiamo soccorso due ragazze napoletane. Erano sotto shock e sono arrivate fino a noi scalze e con tagli provocati dalle rocce. Hanno raccontato di una situazione terrificante». Una trappola per gente inesperta. Per questo il senatore grillino Nicola Morra accusa l'ente parco della mancata vigilanza sulla sicurezza del sito turistico. «Diversamente da quanto trovo scritto oggi sui giornali non è stato approvato alcun regolamento per la fruizione del parco». Un regolamento che le guide chiedono da trent'anni. Forse sarebbe bastato poco.

JGR

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