Politica

Nizza, il governo mente Strage pianificata da mesi

Un'inchiesta di «Liberation» svela tutte le falsità: nel giorno dell'agguato la città era vulnerabile

Nizza, il governo mente. La strage era stata pianificata da mesi. Ottantaquattro corpi straziati, cinque dei quali italiani, vittime non solo dell'odio e della barbarie islamista, ma anche del pressapochismo e dell'inettitudine francese. Vittime delle sottovalutazioni di un governo d'Oltralpe che ha continuato, nonostante i precedenti di Paris Hebdo e del Bataclan, ad ignorare le regole della sicurezza e della prevenzione. A sbattere in prima pagina le mostruose deficienze dell'apparato di (in)sicurezza che ha permesso al terrorista tunisino Mohamed Lahouaiej Bouhlel di falciare vite per quasi due chilometri ci pensa Liberation, foglio storico della sinistra d'oltralpe. Una sua inchiesta dimostra che giovedì 14 luglio in Promenade des Anglais non c'erano - come sostenuto dal governo di Parigi - «numerose volanti della polizia nazionale per bloccare la carreggiata», ma solo una situata ben 350 metri dopo l'inizio della zona pedonale. Tutto il resto dell'arteria era affidata ai controlli di semplici vigili urbani. Vigili urbani che quando si sono accorti del camion assassino non hanno potuto fermarlo sia perché non addestrati ad operazioni di quel tipo, sia perché dotati di revolver calibro «38 special» con cui è difficile persino forare i pneumatici di un bestione da 19 tonnellate. Più delle parole racconta però una foto, pubblicata da Liberation, realizzata solo pochi minuti prima dell'arrivo del camion assassino . Lo scatto mostra con devastante evidenza come a vigilare sull'accesso occidentale della zona pedonale, all'incrocio tra Boulevard Gambetta e Promenade des Anglais, ci fossero solo due agenti della polizia municipale. Quella foto rappresenta un vero atto d'accusa contro il governo di Parigi perché dimostra inequivocabilmente che sia il ministro dell'interno Bernard Cazeneuve, sia il premier Manuel Valls hanno mentito davanti al Parlamento e all'opinione pubblica. «La polizia nazionale era presente e molto presente» - ripeteva sabato Cazeneuve precisando che «i veicoli della polizia rendevano impossibile l'attraversamento della Promenade des Anglais» e sostenendo che il camion era riuscito ad invadere la zona pedonale soltanto grazie alle violente manovre che gli avevano permesso di oltrepassare i marciapiedi. Dichiarazioni confermate, quattro giorni dopo, dal premier Valls in un discorso all'Assemblea Nazionale. «Non permetterò mai di sostenere che non è stato fatto abbastanza o che ci siano state delle falle» strillava il premier scagliandosi contro le «affermazioni vergognose di chi insinua che tutto questo poteva essere evitato». L'inchiesta di Liberation dimostra invece che la tragedia poteva essere evitata o perlomeno contenuta se a sorvegliare sulla Promenade ci fossero state più pattuglie della polizia nazionale. E soprattutto se fossero state mobilitate unità specializzate nella lotta la terrorismo dotate di armi più precise e con maggior potere d'arresto. Un paio d'unità di cecchini dotati di fucili calibro 12,7 avrebbero potuto fermare con due o tre colpi l'avanzata del camion anche mirando solo al motore. Invece non solo non c'erano le unità specialistiche, ma mancavano persino quelle di base. Secondo Liberation il primo allarme in cui si parla di un camion impazzito intento a travolgere i passanti a 90 chilometri all'ora parte da un'unità della polizia municipale in servizio davanti al Centro Universitario Mediterraneo, 400 metri a ovest dall'inizio della zona pedonale. Né quest'unità, né quella all'incrocio con Boulevard Gambetta riescono a fermarlo sparandogli addosso. I primi a reagire con un fuoco efficace sono gli agenti della polizia nazionale appostati davanti all'Hotel Westminster.

Soltanto loro riescono grazie alle loro pistole Sig Sauer Sp2022 calibro nove, ad indirizzare i primi tiri efficaci contro la cabina del camion.

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