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Nizza, ma quale lupo solitario. A colpire fu un commando

Otto franco-tunisini arrestati: dietro la strage sulla Promenade des Anglais una fitta rete di complicità

Nizza, ma quale lupo solitario. A colpire fu un commando

Le autorità francesi avevano provato in ogni modo a sminuire la portata dell'attentato di Nizza del 14 luglio, rivendicato dall'Isis. Morirono 87 persone compreso l'attentatore (sei gli italiani) e oltre 400 furono i feriti. Si parlò di «lupo solitario» per il conducente del camion-killer, il tunisino Mohamed Lahouaiej Bouhlel. Tre mesi dopo vengono invece fermati otto uomini sospettati di aver partecipato all'organizzazione della strage sulla Promenade des Anglais. Sono di nazionalità tunisina e francese, bloccati nella notte tra lunedì e martedì in diverse località della Provenza: Nizza, Saint-Laurent-du-Var e Cagnes-sur-Mer.

Un triangolo di indirizzi, tutti nel dipartimento delle Alpi Marittime, ricostruito grazie all'analisi dei dati nel telefonino del killer e dagli interrogatori dei soggetti già fermati nelle scorse settimane. Tutto è partito da un sms, inviato prima del massacro a un destinatario al quale Bouhlel chiedeva di portare «più armi». Risale al 14 luglio, alle 22.27, poco prima che l'attentatore entrasse nel lungomare di Nizza. Secondo il quotidiano Nice Matin, gli investigatori hanno esaminato un altro messaggio con cui il tunisino rassicurava un altro interlocutore di avere già del «materiale». Una fonte vicina alle indagini precisava pochi giorni dopo la strage che l'esame del cellulare e di un computer trovato nell'appartamento di Bouhlel non evidenziava alcun «materiale di propaganda». Ma non poteva aver agito da solo.

Le darknet, Tor, le Virtual private network (Vpn), Telegram, le mail cifrate con doppia password, i software che aggirano il Gps del telefonino fanno sembrare i soldati dell'Isis muti e disconnessi. Invece parlano dietro schermi digitali. Sei le persone già inquisite. I franco-tunisini Ramzy A., 21 anni e Mohamed Oualid G. 40 anni, il tunisno Choukri C., 37 anni, e una coppia di albanesi Artan H. (38) e Ankeneja Z. (42). Nessuno noto all'intelligence. Era stato preso anche Hamdi Z., il trentaseienne 36enne che scattò il selfie con Bouhlel prima dell'attacco. Ora la rete si è estesa, smentendo l'analisi francese sui foreign fighters secondo cui chi non va in Siria si ricicla come lupo solitario. I fermati sono «conoscenti dell'autore dei fatti», ha detto una fonte giudiziaria citata da Rtl, «stiamo facendo altre verifiche» su una possibile rete. L'avvocato di una famiglia delle vittime non si rassegna: «Se fossero state rispettate le regole, l'attentato non avrebbe mai avuto luogo spiega a Le Figaro Yassine Bouzrou un camion in quell'area pedonale non avrebbe potuto neppure avvicinarsi». «Chi è oggi il responsabile di quella strage? Deve esserci per forza un responsabile. Non si lascia entrare un camion di 19 tonnellate in una giornata in cui l'allerta è massima».

Intanto a Parigi altri due adolescenti di 14 e 17 anni sono stati interrogati per il falso allarme attentato che sabato ha fatto piombare nel caos il quartiere Les Halles. Prolungato il fermo per l'hacker sedicenne fermato lunedì nella Marna, responsabile dell'azione. Rischiano da sei mesi a due anni e da 7.500 a 30 mila euro di multa. In un clima di paura cresce anche la febbre da primarie presidenziali. «Se vuoi diventare francese parli francese, vivi come un francese. Non ci accontenteremo di un'integrazione che non funziona più, pretendiamo l'assimilazione», tuona Nicolas Sarkozy da Franconville, 30 km a nord di Parigi.

Il candidato alle primarie dei Républicains sostiene che «appena diventi francese, i tuoi antenati sono i galli, Vercingetorige».

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