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Il no al bilancio a 5 stelle porta Roma verso il default Raggi a un passo dal baratro

Manovra bocciata dai revisori, rischio commissario E il M5S fa controllare la sindaca da due deputati

Il no al bilancio a 5 stelle porta Roma verso il default Raggi a un passo dal baratro

Roma a rischio default. Non bastavano le inchieste, gli arresti e le lotte intestine nel M5S. Ora il Campidoglio rischia davvero la paralisi dopo che ieri è piombata come una mannaia sul lavoro della giunta di Virgina Raggi la bocciatura del bilancio da parte dei revisori dei conti. Un bilancio firmato proprio da quell'Andrea Mazzillo che il sindaco avrebbe voluto come vice. L'Oref, organo di revisione finanziaria per i conti del Comune, ritiene «non sufficienti gli spazi di finanza pubblica necessari al rispetto dell'equilibrio finanziario». In sostanza una sonora e inaudita bocciatura che ha scatenato la rivolta delle opposizioni quando è stata annunciata in aula dal presidente dell'assemblea, Marcello De Vito, che ha annullato anche la seduta prevista per oggi ed ha convocato la capigruppo. La bocciatura del Bilancio non potrà essere priva di conseguenze per il sindaco che rischia un doppio commissariamento: da parte di Grillo e da parte del prefetto. Matteo Orfini (Pd), accusa i grillini di «manifesta incapacità» mentre Giorgia Meloni (FdI), sottolinea che «per la prima volta nella storia del Comune un bilancio viene bocciato». In realtà era già successo con Ignazio Marino ma allora il sindaco era già dimissionario. Uno stop che offre una ragione di più a Beppe Grillo e Davide Casaleggio per imbrigliare la Raggi. Tanto da far pensare quasi ad una volontà del M5S di mandare a sbattere il sindaco per disfarsene prima che arrivi l'avviso di garanzia. E infatti già da ieri sarebbero arrivati in Campidoglio due angeli custodi per il primo cittadino, che due giorni fa affermava spavalda di non sentirsi commissariata. Si tratta di fedelissimi di Beppe Grillo e Davide Casaleggio, i deputati Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro, che si occupa dei procedimenti disciplinari per i grillini. Entrambi fanno parte di un team che offre supporto al lavoro dei Comuni targati M5S. Fino ad ora Roma era sta esclusa in nome di una presunta autonomia delle giunta Raggi. Presunta visto che aveva firmato un contratto con minaccia di penale prima di essere eletta.

Il sindaco ieri aveva iniziato la giornata chiedendo una verifica interna sulla regolarità di tutti gli atti firmati da Raffaele Marra, il capo del personale capitolino. Forse sarebbe stato meglio verificare tale regolarità prima che fosse arrestato insieme all'imprenditore Sergio Scarpellini. Poi il sindaco si è recata in Campidoglio per annunciare all'aula le nomine del vicesindaco, Luca Bergamo e dell'assessore all'ambiente, Pinuccia Montanari. Pochi minuti dopo si è allontanata «impegni istituzionali» tra le proteste delle opposizioni. Ha assistito alla messa celebrata all'Aracoeli per i dipendenti comunali e poi alla cerimonia degli auguri del cao dello Stato, Sergio Mattarella, al Quirinale.

Il sindaco ha risposto telegraficamente ai giornalisti che la sollecitavano ad esprimersi sulla bufera in Campidoglio, assicurando che non ha nulla da temere ed ha concluso con un augurio di Buon Natale per tutti i romani.

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