Politica

Il No dei moderati alle derive autoritarie

di Arturo DiaconaleHa perfettamente ragione Pierluigi Battista quando sostiene sul Corriere della Sera che il comitato per il No alla riforma costituzionale sembra la riedizione della lista Tsipras con tutti i Rodotà, gli Igroia, i Pardi ed i post-girotondini della sinistra più radicale e con l'assenza di qualsiasi rappresentante del centrodestra al suo interno. L'osservazione è giusta ma anche pleonastica. Perché non esiste alcuna ragione che potrebbe spingere i rappresentati del centrodestra a entrare nel comitato del No formato dagli esponenti dell'ultrasinistra. Anzi, esiste una questione inderogabile che impedisce, come spesso è avvenuto in occasione dei referendum del passato, la formazione di uno schieramento referendario trasversale ed aperto agli esponenti di partiti e di culture diverse ed antagoniste. Si tratta della differenza profonda ed insuperabile tra chi vuole bocciare la modifica del bicameralismo perfetto in nome della difesa ad oltranza dell'intangibilità della «Costituzione più bella del mondo» e chi pensa che quella Costituzione sia ormai superata ma che la trasformazione voluta dal premier sia profondamente sbagliata e drammaticamente pericolosa. Questa differenza spinge la sinistra radicale a fare la sua partita tirando in ballo la nostalgia per il modello disegnato agli albori della democrazia repubblicana. Ma impone che le diverse componenti del centrodestra diano vita ad un loro distinto ed autonomo comitato del No escludendo ogni forma di nostalgia per una Costituzione superata ma motivando la propria azione con la denuncia dell'involuzione autoritaria contenuta nel progetto di regime del premier.Naturalmente l'obiettivo politico dei due schieramenti è lo stesso: la sconfitta di Renzi e del suo tentativo di trasformare il referendum in un plebiscito trionfalistico sulla sua persona.

Ma un conto è battersi per la nostalgia del passato ed un conto farlo per difendere democrazia liberale dal rischio di una deriva autoritaria di stampo peronista.

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