Cronache

No alle nozze combinate. Segregate, papà in cella

Figlie vendute ai cugini per 12mila euro: rom bosniaco rischia 7 anni per il Codice rosso

No alle nozze combinate. Segregate,  papà in cella

Pisa - Quanto valgono due figlie, il loro futuro, la loro felicità? Circa 12mila euro, per un bosniaco di 47 anni di etnia rom che a Pisa ha sequestrato, picchiato e maltrattato due ragazze di 19 e 21 anni per costringerle a sposare i due uomini a cui le aveva promesse. Il padre è stato arrestato dalla polizia per accuse che includono, con questa nuova fattispecie di reato introdotta dalla legge nota come «Codice Rosso», sette anni di carcere per costrizione e induzione a contrarre matrimonio.

L'ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal Gip pisano ai danni del capofamiglia, residente all'interno di un campo nomadi, teatro delle violenze. Gli episodi andavano avanti sin da quando la più giovane delle ragazze era ancora minorenne: per anni le due hanno subito umiliazioni, percosse e sono state segregate nelle roulotte nutrite solo a pane e acqua. La loro colpa? Aver rifiutato di sposare i due uomini cugini del padre, peraltro - che l'uomo aveva individuato per loro, o meglio a cui aveva già «venduto» le figlie. Il 47enne bosniaco agiva per spezzare la loro voglia di scegliersi un compagno di vita in autonomia, per impedire che le giovani frequentassero due ragazzi romeni da loro prescelti come fidanzati. Per la figlia più grande il padre aveva già raggiunto intese economiche: la ventunenne era stata «venduta» per 12mila euro. In agosto l'ennesimo maltrattamento: una delle due ragazze è stata picchiata con un vaso di terracotta, subendo poi un taglio di capelli punitivo.

A quel punto le giovani sono scappate dal campo con l'appoggio dei «veri» fidanzati, e al padre al termine di un'infruttuosa ricerca - non è rimasto che presentare una falsa denuncia di rapimento alla polizia di Pisa, dichiarando che le figlie erano state sequestrate vicino al campo nomadi da due romeni sconosciuti. Come se non bastasse, per mettere pressione agli inquirenti, l'uomo ha dichiarato che anche la terza figlia più piccola, di 8 anni, era stata portata via dai presunti sequestratori: in realtà l'aveva nascosta all'interno del campo nomadi, proprio dove è stata in seguito ritrovata dopo una perquisizione.

Alla luce di ciò, le indagini si sono concentrate sul padre, iscritto nel registro degli indagati della Procura per sequestro di persona e calunnia. Grazie alle intercettazioni le due figlie in fuga sono state rintracciate in nord Italia e ascoltate assieme ai fidanzati. Solo a quel punto le ragazze hanno trovato il coraggio di denunciare i maltrattamenti che hanno consentito ai poliziotti di ricostruire il sottobosco di violenze vissute in ambito familiare.

Ma la vicenda non è finita: il padre ha minacciato «conseguenze gravi» per il destino dei fratellini più piccoli, in caso di un loro mancato rientro. Una delle due ragazze ha ceduto al ricatto e ha fatto ritorno al campo, dove - prima del matrimonio combinato l'hanno attesa nuove segregazioni e violenze.

La polizia ha però continuato a monitorare le trattative e dopo le nozze hanno arrestato il bosniaco sequestrando parte della «dote».

Commenti