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Il no del Papa al «gender» Ma troppi lo tirano in ballo

La scrittice Pardi: «Bergoglio mi incoraggia ad andare avanti». Poi ha dovuto ritrattare

RomaNessuna apertura di Papa Francesco alla teoria del gender. Chi vuole tirarlo per la giacchetta ha preso un abbaglio. Bergoglio l'ha detto e ripetuto più volte: «Mira a cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa».

A sollevare un polverone è l'autrice di una serie di fiabe che alimentano l'ideologia gender, Francesca Pardi. «Il Papa mi ha risposto», scrive a caratteri cubitali sul proprio profilo Facebook, pubblicando la foto della lettera ricevuta dalla segreteria di Stato. La scrittrice, direttrice della casa editrice «Lo Stampatello», aveva inviato una seconda lettera al Pontefice argentino allegando una copia dei libri «Piccolo uovo» e «Perché hai due mamme».

«Il Papa mi ringrazia per il delicato gesto e per i sentimenti che lo hanno suggerito e auspica una sempre più proficua attività al servizio delle giovani generazioni e della diffusione degli autentici valori umani e cristiani. Impartisce a me, unitamente alla signora Maria Silvia Fiengo (la compagna, ndr) la benedizione apostolica». Infine il commento sul post: «A quanto pare niente libri da bandire per il Papa, ma solo da leggere».

La notizia comincia a fare il giro del web. L'autrice rincara la dose: «Il Papa mi incoraggia ad andare avanti». E da lì a poco la notizia diventa: «Francesco apre alla teoria del gender». Niente di tutto ciò. Anzi, le dichiarazioni hanno un effetto boomerang.

La Pardi è costretta a precisare e a rettificare, in un'intervista al sito cattolico Aleteia. «Il Papa non mi ha scritto “Vai avanti”. La sua risposta non è un'apertura alle famiglie omogenitoriali. Ma è sicuramente un cambiamento di tono nel confronto. Ci restituisce il rispetto che meritiamo, come persone e come famiglia».

È poi la sala stampa vaticana a dover emettere un comunicato per sgombrare ufficialmente il campo dagli equivoci mediatici. La Segreteria di Stato ha precisato che «si trattava di una risposta privata e quindi non destinata alla pubblicazione (cosa che purtroppo è avvenuta). In nessun modo – si legge ancora nel testo - la lettera della Segreteria di Stato intende avallare comportamenti e insegnamenti non consoni al Vangelo, anzi auspica “una sempre più proficua attività al servizio delle giovani generazioni e della diffusione degli autentici valori umani e cristiani”».

Il Vaticano, infine, chiarisce che la benedizione del Papa «è alla persona e non a eventuali insegnamenti non in linea con la dottrina della Chiesa sulla teoria del gender, che non è minimamente cambiata. Quindi è del tutto fuori luogo una strumentalizzazione del contenuto della lettera».

La Pardi aveva scritto al Papa lo scorso 19 giugno lamentandosi degli attacchi subiti negli ultimi anni, in particolare dal comitato «Difendiamo i nostri figli», sostenuto da La Manif Pour Tous. Il 9 luglio la risposta del Vaticano, a firma di monsignor Peter Brian Wells.

Si tratta, in realtà, di una risposta di routine che il Vaticano predispone ogni qualvolta arriva una lettera da un fedele. Insomma, un gesto di buona educazione trasformato presto in un'apertura del Pontefice sui temi dell'ideologia del gender.

Una strumentalizzazione che non porta da nessuna parte.

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