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"Noi, Golunov". Ira di giornali e società civile contro il fermo

"Noi, Golunov". Ira di giornali e società civile contro il fermo

Un inatteso sussulto di orgoglio e civismo da parte non solo della categoria giornalistica, ma anche di tanti cittadini russi sta preoccupando il presidente Vladimir Putin, che infatti informa il Cremlino «segue attentamente la vicenda». Succede che l'arresto, giovedì scorso sulla base di poco verosimili accuse di traffico di droga, del giornalista Ivan Golunov, che stava svolgendo inchieste su casi di corruzione che coinvolgono personaggi altolocati e in alcuni casi connessi con i potenti servizi segreti, sta suscitando in Russia una reazione indignata che ha spinto il giudice a fare uscire l'imputato dal carcere inviandolo ai domiciliari, ma soprattutto lo stesso Cremlino a usare toni insolitamente prudenti: «Sbagliare è possibile», ha ammesso il portavoce Dmitry Peskov. In un Paese che ha registrato in vent'anni le morti o le scomparse misteriose di centinaia di giornalisti, tre dei più autorevoli quotidiani Kommersant, Vedemosti e Rbk sono usciti ieri con l'identico titolo di prima pagina a caratteri cubitali «Io, noi siamo Ivan Golunov». I giornali hanno definito il trattamento subito dal giornalista un'intimidazione diretta contro l'intera società russa, e hanno chiesto che contro gli agenti che lo hanno arrestato e picchiato, procurandogli ferite alla testa e sospette fratture alle costole, venga aperta un'inchiesta.

Si tratta di un'iniziativa di denuncia dell'attacco alle libertà civili in Russia che non ha precedenti, e che colpisce in modo particolare se si considera che Kommersant è di proprietà del colosso statale del gas Gazprom. Perfino su un'emittente come Ntv, solitamente allineata su posizioni filogovernative, sono state espresse critiche all'arresto di Golunov. Tra l'altro, la Ong Transparency International e il sito Baza hanno pubblicato dati e cifre che proverebbero il livello di corruzione del dirigente di polizia che ha gestito l'operazione contro il 36enne giornalista. A queste reazioni si sono aggiunte manifestazioni di protesta davanti alle sedi della polizia in diverse città russe e la pubblica solidarietà a Golunov espressa da personaggi famosi come la scrittrice Ludmila Ulitskaya (in passato anche lei picchiata da teppisti simpatizzanti del governo), il regista Andrei Zvyagintsev e il conduttore televisivo Vladimir Pozner.

Golunov rischia vent'anni di carcere, e per domani è annunciata una grande manifestazione in suo sostegno.RFab

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