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A noi i barconi Il resto d'Europa si tiene i laureati

A  noi i barconi Il resto d'Europa si tiene i laureati

È chiaro che di questo passo non si va lontano. O meglio si finisce nel baratro accompagnati per mano dalla sinistra e da molto clericalismo cattocomunista che dell'immigrazione hanno dimostrato di non capire proprio nulla. Perché se in Italia si fanno sempre meno figli, i migliori sono costretti ad andare all'estero a far fruttare la laurea e ad aumentare non sono gli immigrati in arrivo dalla Svizzera o da New York, ma quelli che scendono dai barconi o dalle navi delle Ong che li vanno comodamente a recuperare sulle spiagge della Libia, il nostro destino è bello che segnato. Considerazioni non da beceri razzisti se ieri anche il paludato Corriere della Sera è stato costretto a dedicare un paio di pagine all'argomento. E basandosi sui dati Istat, ha scoperto quell'acqua calda che da altre parti si distribuisce da tempo. Certo a leggere le cifre fa più impressione toccare con mano che sono gli altri Paesi come Regno Unito, Svezia e Danimarca ad attrarre i profughi con tanto di laurea o scuola superiore. Conseguenza inevitabile fino a che a partire per il Nord Europa saranno quelli in grado di prendere un aereo, mentre noi siamo costretti ad accollarci chi parte sul gommone dei tagliagole dell'Isis.

E anche per questo appare sconsiderato il presidente dell'Inps Tito Boeri che ci vorrebbe convincere di quanto bene faccia alle casse delle nostre pensioni l'apporto degli extracomunitari. Perché il problema non sono evidentemente il laureato argentino, il domestico filippino o la badante moldava, ma il flusso di africani irregolari che in Italia non troveranno lavoro e non verseranno certo i contributi. Si consola il Corriere dicendo che questi ultimi sono in calo a 50mila unità. Ma, ammesso che siano solo 50mila, questo significa che in due anni arriva qui da noi una città come Vicenza di irregolari. E nei successivi due anni un'altra Vicenza e via probabilmente crescendo. Ma siccome queste verità così scomode escono solo un po' alla volta, ora si scopre anche che da tempo tra i Paesi è in atto una competizione per aggiudicarsi i profughi migliori. A loro i laureati, a noi i barconi.

Con la benedizione dell'Unione europea sempre più in mano a Germania e Francia.

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