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Nomine, Mattarella mette i suoi paletti

Difesa, Servizi, Rai contesi tra i gialloverdi. L'asse fra Colle e Palazzo Chigi

Nomine, Mattarella mette i suoi paletti

La tempesta autunnale arriva in anticipo sul governo Conte. La maggioranza gialloverde implode su manovra, nomine e olimpiadi. L'ultimo fronte caldo si apre sul rinnovo dei vertici di Authority di Stato, servizi segreti, Difesa, diplomazia e Rai. Un terreno di scontro su quale entra anche il premier Giuseppe Conte.

Partita che si svolge con un «osservatore» interessato: il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il capo dello Stato ieri ha ricevuto al Quirinale Mario Nava, dimessosi nei giorni scorsi dalla presidenza della Consob. Un incontro non programmato, che pare sia stato accolto con freddezza dal Colle: nessun comunicato ufficiale è arrivato al termine della visita di Nava. Che forse puntava alla «copertura» del Quirinale dopo lo scontro con i grillini. Al netto del faccia a faccia, l'inquilino del Colle, in tandem con il presidente del Consiglio Conte, pare intenzionato a far valere tutto il suo peso sull'esecutivo nella scelta dei futuri vertici di Difesa, intelligence e diplomazia.

Il primo effetto del gioco di squadra tra Conte e Mattarella è la frenata allo spoil system (annunciato da Salvini) negli apparati di sicurezza. A fine agosto, il ministro dell'Interno ha dato il benservito ai vertici di Aise, Alberto Manenti, e Dis, Alessandro Pansa. Il destino di Pansa e Manenti appare, comunque, segnato. Anche se ora, il capo del governo e il M5s vogliono sedersi al tavolo per concordare le scelte. Per la guida del Dis sono in campo due candidature: l'ambasciatrice Elisabetta Belloni ed Enrico Savio, vice di Pansa. Manenti sembrava avere i giorni contati. Ma l'esplosione del conflitto in Libia, dove Manenti ha una forte influenza, e l'attivismo di Conte, hanno «congelato» l'avvicendamento. Il piano del ministro dell'Interno è di sostituire Manenti con Gianni Caravelli. Mentre Giuseppe Caputo e Carmine Masiello sono i due profili sponsorizzati dai grillini. Lo stallo sul dossier intelligence fa scattare il veto leghista sulla scelta del ministro della Difesa Elisabetta Trenta di sostituire il capo di stato maggiore Claudio Graziano con Enzo Vecciarelli, oggi al vertice dell'Aeronautica.

Altra poltrona in scadenza alla Difesa è quella del segretario generale Carlo Magrassi. Il braccio di ferro nell'esecutivo va avanti anche sulla scelta dei nuovi ambasciatori. In cima alla lista c'è la poltrona del capo della diplomazia italiana in Libia, dove si sta consumando lo scontro tra il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi e Di Maio. Il titolare della Farnesina vorrebbe riconfermare Giuseppe Perrone, mentre il vicepremier spinge per il trasloco di Pasquale Salzano dal Qatar. La poltrona del commissario straordinario per l'attuazione dell'agenda digitale, dopo l'addio dell'ex manager di Amazon Diego Piacentini, andrebbe a Pietro Dettori, uomo forte della Casaleggio.

Il prossimo via libera a Marcello Foa alla presidenza della Rai riapre lo scontro sui direttori dei Tg. Mentre un'altra partita a scacchi nell'esecutivo si gioca sulle Authority di Stato: per la guida di Consob circolano i nomi dell'ex procuratore capo di Milano Francesco Greco e di Antonio Maria Rinaldi, allievo del ministro Paolo Savona.

Un pacchetto che va chiuso con la scelta del prossimo presidente dell'Antitrust: nomina che spetta ai presidenti di Camera e Senato.

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