Politica

Nomine, Verdini a bocca asciutta. Zanetti si dimette da viceministro

L'ex montiano ora Ala: "Preferisco tornare a far politica"

Nomine, Verdini a bocca asciutta. Zanetti si dimette da viceministro

Roma - Il nuovo governo perde un'Ala. I rumors sempre più insistenti alla vigilia del Consiglio dei ministri che oggi porterà alla nomina dei sottosegretari (per la definizione delle deleghe si aspetterà fino a Capodanno) indicano con buona certezza che la truppa dei verdiniani resterà a secco di poltrone. Niente ingresso nell'esecutivo almeno per il manipolo di Denis Verdini, nemmeno dalla porta secondaria, con la cristallizzazione della stessa formazione di sottosegretari del governo Renzi, a parte pochi ritocchi, e la conferma, semmai, di chi era già al governo ma in quota Scelta civica.

I malumori e le esplicite richieste di «attenzione» da parte dell'ala verdiniana di Ala, dunque, con conseguente inserimenti di qualche nome nella squadra di governo, anche come riconoscimento per l'appoggio garantito al governo di Matteo Renzi , cadrebbero nel vuoto. Per sciogliere ogni riserva, però, tocca aspettare il Cdm di oggi. La sensazione, netta, è che si arriverà allo strappo, nonostante i tentativi di tessitura di Verdini, prima con il dimissionario Renzi e poi con il nuovo premier, Gentiloni, e a onta della corsa al ribasso delle richieste, da 4-5 poltrone a 2-3 appena. Sembrava destinato alla conferma, invece, Enrico Zanetti di Ala, quota Sc (ne è segretario), già sottosegretario e poi viceministro dell'Economia con Renzi a Palazzo Chigi. Ma ieri sera lui stesso ha annunciato il «passo indietro» come segno polemico di discontinuità verso «l'antipolitica delle conferme in blocco a prescindere», ossia il motivo opposto dal governo alla richiesta di Ala, spiega Zanetti, «di un chiarimento politico sulla nostra piena partecipazione alla maggioranza». Anche l'altra esponente di Sc, l'ex campionessa di scherma Valentina Vezzali, s'era vista frustrare le ambizioni da sottosegretario allo Sport con l'ascesa delle quotazioni dell'ex campionessa italiana paralimpica di atletica Laura Coccia, in quota Pd. Tra i confermati dati per certi ci sono Sandro Gozi per gli affari europei, Gennaro Migliore (Giustizia), Riccardo Nencini (Infrastrutture), Enzo Amendola (Esteri), Antonello Giacomelli (Comunicazioni). Nonostante le ultime polemiche e l'ennesima gaffe, non è invece sicuro il «commissariamento» del ministro del Welfare Giuliano Poletti, che nei giorni scorsi si immaginava affiancato al dicastero dall'economista dem Tommaso Nannicini, già consigliere economico di Renzi e poi sottosegretario alla presidenza del consiglio. Ma proprio Renzi preferirebbe tenerselo stretto per affidargli il coordinamento del programma del «suo» Pd in vista della futura chiamata alle urne. Quanto al punto più delicato, insieme alla questione Ala-Verdini, ossia la delega ai servizi segreti, sembrano tramontare rapidamente tanto le quotazioni del neoministro allo Sport Luca Lotti (che manterrebbe quella al Cipe) che quelle dell'ex componente del Copasir e presidente della commissione Affari costituzionali a Montecitorio Emanuele Fiano, che potrebbe saltare anche come sottosegretario all'Interno in pectore. Dovrebbe lasciare l'Istruzione Davide Faraone, diretto al Mit o alla Coesione e sostituito da Manuela Ghizzoni, e l'altro outsider dell'ultim'ora potrebbe essere l'ex Sel Dario Stefàno, che ha mollato Vendola per Tabacci e ha votato la fiducia a Gentiloni. Per suggellare il rientro in maggioranza, Stefano potrebbe ritrovarsi sottosegretario all'Agricoltura.

MMO

Commenti