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«Non sempre immediate Le reazioni più aggressive arrivano anche ore dopo»

Manila Alfano

Il senso di soffocamento, che prende alla gola, che non lascia respirare. Chi convive con un'allergia resta sempre allerta, attento a interpretare anche solo un formicolio, un rossore. «E certe volte la tempistica ti può salvare la vita». Il professor Paolo Pigatto, 67 anni, responsabile di allergologia e dermatologia dell'ospedale Galeazzi di Milano di pazienti allergici ne vede ogni giorno.

Possibile che un'allergia alimentare si scateni anche a distanza di tempo?

«Sì è possibile che si scateni entro sei ore dall'assunzione di un cibo. Dipende dai soggetti, a volte la risposta del fisico è immediata, altre volte ci impiega ore. È il tempo che l'organismo impiega a metabolizzare. Spesso la reazione più lenta è quella più drammatica e aggressiva. Nel caso della ragazza purtroppo si è verificato il caso più grave: lo choc anafilattico, una reazione sistemica di tutto l'organismo, che ha avuto come conseguenza un arresto cardio-respiratorio».

Eppure il ristorante conosceva la ragazza e i suoi problemi di allergie. Com'è possibile?

«Purtroppo basta anche una minima contaminazione, anche involontaria. Qualche anno fa c'è stato il caso di una postina in Lombardia allergica ai latticini che è morta per inalazione, solo perchè era entrata in un caseificio».

Ci sono delle precauzioni per gli allergici?

«La più semplice e anche la più limitante, soprattutto per gli adulti è evitare di mangiare al ristorante. Anche se dal 2014 sono obbligati ad avere la specifica degli alimenti e c'è più attenzione».

Che cosa fare davanti a una reazione allergica?

«Prima di tutto non far sedere mai la persona che ha in corso una reazione allergica. Bisogna farlo subito sdraiare e alzargli i piedi. Così il sangue può circolare meglio. Questa manovra garantisce una buona prevenzione. Poi fondamentale è che la persona abbia con sé i farmaci. L'adrenalina nella stragrande maggioranza dei casi ti salva la vita.

Il cortisone invece non protegge dalla mortalità».

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