Non soltanto rom e clochard Il reddito andrà anche ai ladri
27 Gennaio 2019 - 08:03Furto e rapina non rientrano tra le cause di decadenza. Le sole restrizioni si applicano alle false dichiarazioni
Per ottenere il reddito di cittadinanza non si dovrà lavorare in nero ma per continuare a riceverlo si può tranquillamente rapinare. Dalle ultime bozze circolate e in possesso ai parlamentari c'è perfino la carezza di cittadinanza per i ladri. Dopo avere esteso il beneficio a 241 mila famiglie straniere, dopo aver confermato che il sussidio verrà assegnato anche a rom e clochard, ecco il salto estremo. Per un governo dove una parte, la Lega, ha fatto della sicurezza la sua bandiera, ce n'è un'altra, il M5s, che non prevede restrizioni per borseggiatori e criminali fino al secondo grado di giudizio. Il salvacondotto è contenuto all'articolo 7 del provvedimento dove si specificano i casi in cui il reddito decade. Per aggirare le criticità della misura, il M5s ha previsto la reclusione per coloro che ottengono il beneficio con documenti falsi o di fronte l'omessa comunicazione di variazione del reddito. La punizione va «da due e sei anni». È quanto recitano i comma 1 e 2. Sono pene che il M5s si è inventato come deterrente. Peccato che a mancare siano i deterrenti verso altri tipi di reati. Al comma 3 si nasconde infatti il più prezioso regalo che potesse essere escogitato: «Alla condanna in via definitiva nei casi di cui ai commi 1 e 2 consegue l'immediata revoca del beneficio». In pratica, il sussidio viene ritirato solo alla condanna definitiva e solo nei casi in cui si presentano dichiarazioni mendaci o si omette un incremento del reddito. In tutto il testo mancano i riferimenti ai casi di furto. Nei fatti si può aver commesso reati, essere anche stati condannati in primo e secondo grado ma continuare a usufruire dei 780 euro che il governo ha deciso di elargire con un moto di inaspettato garantismo. A segnalarlo è stato il portavoce Camera e Senato di Fi, Giorgio Mulé: «Nel testo non sono previste sanzioni per quei tipi di reati e in ogni caso dove se ne parla se ne parla solo dopo una condanna definitiva. Con una condanna inferiore ai due anni sarà possibile continuare a percepirlo e non ci sarà neppure bisogno di restituirlo. Al peggio si aggiunge il pessimo». Per il deputato del Pd, Walter Verini «non è che l'ennesima conferma dell'approssimazione con cui hanno esteso un provvedimento che è e rimane un guazzabuglio dal punto di vista giuridico. Incompleto e superficiale». A riprova di quanto sia incompleto basti pensare che ieri si sono registrate ulteriori nuove modifiche. Le imprese del Sud che assumeranno i percettori del reddito di cittadinanza beneficeranno di una doppia decontribuzione se i lavoratori sono under 35. Chi riceverà il reddito potrà anche ottenere un assegno di ricollocazione che va da 250 a 5000 euro da spendere per «assistenza intensiva alla ricerca di occupazione». È una sorta di super gettone da utilizzare nei centri per l'impiego e avere dunque una corsia preferenziale nella ricerca. È previsto anche che dalla card non possa essere prelevato denaro oltre 100 euro al mese in contanti. Ma, prima ancora dell'entrata a regime, si possono già registrare i primi effetti. Come fa sapere Antonio Mumolo dell'Associazione Avvocato di Strada si sta verificando quanto riportato da Il Giornale: «Tanti senzatetto ci hanno chiesto informazioni per ottenere il reddito». Come si vede, il reddito di cittadinanza continua a regalare ogni giorno delle novità se si tiene conto che a pensarlo è stato il movimento più castigatore di sempre, quel movimento che prima di entrare in parlamento chiedeva un processo epocale per la vecchia classe politica. Oggi addirittura è pronto a toglierlo ma solo dopo una «condanna definitiva».
Con il denaro di Stato anche i più sfrenati giustizialisti si sono mutati in garantisti.