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Non soltanto rom e clochard Il reddito andrà anche ai ladri

Furto e rapina non rientrano tra le cause di decadenza. Le sole restrizioni si applicano alle false dichiarazioni

Non soltanto rom e clochard Il reddito andrà anche ai ladri

Per ottenere il reddito di cittadinanza non si dovrà lavorare in nero ma per continuare a riceverlo si può tranquillamente rapinare. Dalle ultime bozze circolate e in possesso ai parlamentari c'è perfino la carezza di cittadinanza per i ladri. Dopo avere esteso il beneficio a 241 mila famiglie straniere, dopo aver confermato che il sussidio verrà assegnato anche a rom e clochard, ecco il salto estremo. Per un governo dove una parte, la Lega, ha fatto della sicurezza la sua bandiera, ce n'è un'altra, il M5s, che non prevede restrizioni per borseggiatori e criminali fino al secondo grado di giudizio. Il salvacondotto è contenuto all'articolo 7 del provvedimento dove si specificano i casi in cui il reddito decade. Per aggirare le criticità della misura, il M5s ha previsto la reclusione per coloro che ottengono il beneficio con documenti falsi o di fronte l'omessa comunicazione di variazione del reddito. La punizione va «da due e sei anni». È quanto recitano i comma 1 e 2. Sono pene che il M5s si è inventato come deterrente. Peccato che a mancare siano i deterrenti verso altri tipi di reati. Al comma 3 si nasconde infatti il più prezioso regalo che potesse essere escogitato: «Alla condanna in via definitiva nei casi di cui ai commi 1 e 2 consegue l'immediata revoca del beneficio». In pratica, il sussidio viene ritirato solo alla condanna definitiva e solo nei casi in cui si presentano dichiarazioni mendaci o si omette un incremento del reddito. In tutto il testo mancano i riferimenti ai casi di furto. Nei fatti si può aver commesso reati, essere anche stati condannati in primo e secondo grado ma continuare a usufruire dei 780 euro che il governo ha deciso di elargire con un moto di inaspettato garantismo. A segnalarlo è stato il portavoce Camera e Senato di Fi, Giorgio Mulé: «Nel testo non sono previste sanzioni per quei tipi di reati e in ogni caso dove se ne parla se ne parla solo dopo una condanna definitiva. Con una condanna inferiore ai due anni sarà possibile continuare a percepirlo e non ci sarà neppure bisogno di restituirlo. Al peggio si aggiunge il pessimo». Per il deputato del Pd, Walter Verini «non è che l'ennesima conferma dell'approssimazione con cui hanno esteso un provvedimento che è e rimane un guazzabuglio dal punto di vista giuridico. Incompleto e superficiale». A riprova di quanto sia incompleto basti pensare che ieri si sono registrate ulteriori nuove modifiche. Le imprese del Sud che assumeranno i percettori del reddito di cittadinanza beneficeranno di una doppia decontribuzione se i lavoratori sono under 35. Chi riceverà il reddito potrà anche ottenere un assegno di ricollocazione che va da 250 a 5000 euro da spendere per «assistenza intensiva alla ricerca di occupazione». È una sorta di super gettone da utilizzare nei centri per l'impiego e avere dunque una corsia preferenziale nella ricerca. È previsto anche che dalla card non possa essere prelevato denaro oltre 100 euro al mese in contanti. Ma, prima ancora dell'entrata a regime, si possono già registrare i primi effetti. Come fa sapere Antonio Mumolo dell'Associazione Avvocato di Strada si sta verificando quanto riportato da Il Giornale: «Tanti senzatetto ci hanno chiesto informazioni per ottenere il reddito». Come si vede, il reddito di cittadinanza continua a regalare ogni giorno delle novità se si tiene conto che a pensarlo è stato il movimento più castigatore di sempre, quel movimento che prima di entrare in parlamento chiedeva un processo epocale per la vecchia classe politica. Oggi addirittura è pronto a toglierlo ma solo dopo una «condanna definitiva».

Con il denaro di Stato anche i più sfrenati giustizialisti si sono mutati in garantisti.

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