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Non uno strappo ma attenzione per i più deboli

Non uno strappo ma attenzione per i più deboli

A prendere le parole di Francesco isolate dal contesto, bisognerebbe dire che si è consumato uno strappo dalla dottrina della Chiesa sulla famiglia. «Alle volte il matrimonio non funziona ed è meglio separarsi per evitare una guerra mondiale»: detta da un Papa è comunque una frase traumatica. Probabilmente Benedetto XVI non l'avrebbe detto nemmeno per inciso, come ha fatto ieri Bergoglio nell'omelia a Santa Marta. Poi si legge il resto della riflessione, in cui Francesco non insiste sulle coppie che si sfasciano (il che rimane «una disgrazia») ma esalta la bellezza del matrimonio, dice che promettersi un amore «per sempre» non è velleitario se c'è l'aiuto di Dio e che tra i coniugi la pazienza «è la virtù più importante». Ed «è doloroso» per Bergoglio che sui giornali finiscano le famiglie che si rompono anziché quelle che stanno tanti anni insieme. Ma quella frase choc rimane. Per il Papa una separazione non è sempre uno scandalo, anzi a volte per evitare un male maggiore è un dovere. Non è un concetto nuovo per Francesco. Aveva detto una cosa analoga tre anni fa a un'udienza del mercoledì in vista del Sinodo sulla famiglia. In quell'occasione aveva approfondito di più: «Ci sono casi in cui la separazione è inevitabile e a volte può diventare moralmente necessaria quando si tratta di sottrarre il coniuge più debole, o i figli piccoli, alle ferite più gravi causate dalla prepotenza e dalla violenza, dall'avvilimento e dallo sfruttamento, dall'estraneità e dall'indifferenza». Sarebbe questa la «guerra mondiale» che una separazione dovrebbe evitare. Quindi è scorretto dire che il Papa sdogana il divorzio, parola che Bergoglio non pronuncia mai. La sua attenzione è tutta rivolta alle persone e soprattutto agli anelli più deboli della famiglia: una moglie picchiata, violata, sfruttata, o i figli su cui franano le incomprensioni tra i genitori. Ed è scorretto anche prendere Bergoglio soltanto sotto l'aspetto del «si può» o «non si può». Il matrimonio resta un'unione misteriosa e sentenziare in generale senza conoscere le realtà concrete è un'operazione farisaica. Anche il Catechismo della Chiesa (paragrafo 1649) ammette che «esistono situazioni in cui la coabitazione matrimoniale diventa praticamente impossibile per le più varie ragioni: in tali casi la Chiesa ammette la separazione fisica degli sposi e la fine della coabitazione». Due coniugi credenti separati o divorziati, in sé, non commettono peccato.

I peccati li hanno fatti prima.

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