Politica

La notte infinita dei grillini Trattano come tutti i partiti

Le mille chiamate a Salvini, il sacrificio di Fraccaro, l'ok di Grillo. «11 milioni di voti, passiamo all'incasso»

La notte infinita dei grillini Trattano come tutti i partiti

Neanche il tempo di contare i voti a favore di Elisabetta Casellati e Roberto Fico, la prima vera carica istituzionale a 5 Stelle che conta, e i siti di news di tutta Italia ripescano i vecchi video delle feroci liti in tv tra Marco Travaglio e l'esponente di Forza Italia. È il primo indizio del calvario cui il Movimento andrà incontro d'ora in avanti, pronto a mediare con gli altri partiti, gli stessi che ha infamato per cinque anni a ogni occasione. Proprio come è accaduto al Senato dove, mentre andava in scena la pantomima del rifiuto di trattare con Silvio Berlusconi, Luigi Di Maio giocava la partita attraverso il tramite di Matteo Salvini, costruendo un asse telefonico denso e continuo, arrivando a rifiutare di appoggiare Paolo Romani per poi votare Elisabetta Alberti Casellati, cioè il ministro della Giustizia in pectore di Forza Italia, una fedelissima del Cavaliere che ha collaborato a tante delle leggi sulla giustizia esecrate dal Movimento.

L'accordo che sblocca le nomine dei presidenti delle camere arriva dopo una lunga notte di trattative e telefoni bollenti, che rimbalza tra Palazzo Grazioli, le camere e il Forum, il solito hotel che Grillo ha scelto come base. E il Garante, che aveva anche in programma uno spettacolo al Teatro Flaiano di Roma, arriva a seguire la trattativa e alla fine benedice l'operazione che ai suoi occhi significa andare in prima base nella partita per portare la sua creatura nella stanza dei bottoni.

Nella serata di venerdì, un Berlusconi furente detta la sua condizione a Salvini: l'accordo si fa solo se anche i grillini rinunciano a un loro candidato. Di Maio è costretto a confidare in Salvini per sbloccare una situazione che poteva diventare senza uscita, dopo i poco credibili tentativi di lanciare ami al Pd con la candidatura di Zanda, in realtà solo un pasticciato stratagemma per far capire che l'asse con il centrodestra non era l'unica soluzione possibile per i grillini. La richiesta di sacrificare una pedina per fare un passo in direzione di Forza Italia manda in fibrillazione i vertici pentastellati che fin dall'inizio della partita temono di cadere negli agguati degli odiati partiti. Ma Di Maio non vuole mollare: è lui il più determinato a chiudere l'operazione per poter giocare la partita più importante, quella che dovrebbe portarlo al governo. È la sua occasione e non la può sprecare. Il Movimento ha già deciso che il nome per la Camera è quello di Roberto Fico, consacrato nei giorni scorsi in un'assemblea dei parlamentari alla quale Di Maio si presenta con il rivale per mostrare a tutti che l'investitura è decisa ed è concorde. Lo vuole il guru Beppe ed è una mossa necessaria a conciliare l'ala ortodossa con quella istituzionale di Di Maio e i suoi. Il leader chiede un sacrificio al fedelissimo Riccardo Fraccaro. Il suo nome, che pure era circolato nell'elenco dei papabili insieme allo stesso Fico, ad Alfonso Bonafede e al giornalista Emilio Carelli. Di Maio richiama Salvini e gli spiega che può mettere in campo anche Fraccaro, che intanto ha dato il suo assenso a diventare il candidato da bruciare. Salvini accetta: in fin dei conti Fraccaro, che è del Nordest, non ha risparmiato attacchi alla Lega.

A mezzanotte spunta un comunicato targato M5s che propone Fraccaro come candidato per la Camera. La mattina dopo i vertici dei partiti si riuniscono all'unisono per dare il via libera all'operazione. Nel pomeriggio il voto e la consacrazione di Grillo: «Habemus Fico». È il finale di dodici ore di trattative, ma la faccia tosta non manca al fido Toninelli capace di chiosare: «È finito il tempo dei caminetti». Che invece appare appena iniziato. Da oggi i grillini sono un po' meno diversi. E Di Maio ora si aspetta l'incarico dal Quirinale. «M5s ha ottenuto 11 milioni di voti.

Spero - dice a sera al Tg1 - si tenga conto di questo».

Commenti