Cronaca locale

Notte di sangue a Milano I due clandestini-killer sono arrivati sui barconi

I rapinatori nordafricani in Italia dal 2017 Studentessa inglese ferita, morto un bengalese

Carabinieri in via Settembrini a Milano, teatro di una delle aggressioni
Carabinieri in via Settembrini a Milano, teatro di una delle aggressioni

Milano Gli orari, le zone, il tipo di agguato, l'eccessiva violenza nel voler mettere a segno a ogni costo una rapina anche da pochi euro, costi quel che costi. E non per ultimi, i testimoni. Che hanno sempre parlato di due uomini di origine nordafricana, armati di un coltello (ancora introvabile) ma anche di bottiglie di vetro. Una «forma» investigativa perfetta quella delineata già da giovedì sera dai carabinieri del comando provinciale di Milano. Che hanno seguito le tracce indelebili (soprattutto «tecniche», in particolare quelle delle celle dei cellulari di tre vittime) della scia di sangue lasciata dai «soliti» nordafricani clandestini. In questo caso due marocchini di 28 e 30 anni senza permesso di soggiorno, con una sfilza di alias. Sono loro gli autori, tra Cinisello Balsamo e Milano, di ben 4 delle sei brutali rapine (due si sono concluse in omicidi, uno dei quali, vittima un bengalese 23enne, commesso a Milano proprio dalla coppia di migranti) che hanno insanguinato prima l'hinterland e poi la città nella notte tra giovedì e venerdì. Quando i militari li hanno bloccati ieri alle 10 - al Mac Donald's di piazza Duca d'Aosta, davanti alla stazione Centrale e ai i giardini dove dormono - avevano in tasca 3 dei telefoni delle vittime.

Ma veniamo alla scia di sangue. Alle 23.30 i marocchini arrivano in autobus in via Lincoln, a Cinisello, dove aggrediscono un passeggero peruviano di 36 anni con una bottiglia di plastica tagliata a metà e poi gli strappano il cellulare e lo zaino. Subito dopo, nelle vicinanze, accoltellano alla milza e all'addome un italiano 31enne che, dopo uno sfratto, dorme in strada. L'uomo, operato d'urgenza al Niguarda, è in prognosi riservata.

Spostatisi a Milano, in zona Centrale, alle 2.15, la coppia di marocchini rapina due studentesse 21enni della Cattolica, una inglese e l'altra americana, in via Gaffurio. Le ragazze prendono il bus in via Moscova e scendono in piazza Caiazzo, gli aggressori viaggiano con loro. Arrivati a destinazione le aggrediscono, ferendo leggermente la ragazza inglese all'addome con una coltellata per strapparle cellulare e borsa. Medicata alla clinica Città Studi, la giovane è fuori pericolo.

Appena venti minuti dopo i marocchini assaltano nella vicinissima via Settembrini il bengalese, che uccidono con due fendenti al torace e all'addome per impossessarsi del telefono e del portafoglio. E sarà proprio il cellulare del morto a portare all'identificazione dei suoi assassini, mentre le tracce di sangue sui vestiti della studentessa ferita li hanno «inchiodati». Ma la nottata è stata lunga. È la squadra mobile infatti a indagare su un pregiudicato romeno di 43 anni, colpito alle 21.30 in via Padova con un pugno da uno straniero poi fuggito e poi morto nella notte al San Raffaele per emorragia cerebrale.

Poco dopo la mezzanotte, sempre i carabinieri sono intervenuti in via dei Transiti per sedare una rissa, durante la quale un uomo è finito in ospedale in gravi condizioni per una bottigliata a un occhio.

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