Politica

Nozze gay, Alfano fa il furbo e si aggrappa al referendum

Il Pd finge una parvenza di unità sulla libertà di coscienza. L'ipocrisia del leader Ncd che evita lo scontro frontale per poi invocare la consultazione contro il ddl Cirinnà

Le nozze gay mandano in tilt il governo e gettano il Pd nel caos. A poche ore dall'avvio della discussione nell'aula di Palazzo Madama sul testo che disciplina le unioni civili gravano molte incognite e lo stesso capogruppo del Pd al Senato, Luigi Zanda, ammette che la gestione dell'aula «sarà complessa». Ieri la prima firmataria del testo Monica Cirinnà ha esibito ottimismo perché il gruppo del Pd al Senato ha votato all'unanimità l'impianto del ddl. «I senatori del Pd voteranno sì alle unioni civili - ha detto la Cirinnà -. Restano opinioni diverse sulle adozioni». Appunto. Dietro un'apparente unanimità il Pd ha in realtà dovuto unanimemente riconoscere che su alcuni punti critici, primo fra tutti la stepchild adoption, è necessario lasciare libertà di coscienza. Un punto sul quale era già stato chiaro anche il premier Matteo Renzi: nessuno sbarramento del governo su temi etici.Dunque la discussione sul ddl dovrebbe avviarsi senza intoppi domani perché non dovrebbero esserci defezioni anche tra i dem cattolici sulle pregiudiziali di costituzionalità che verranno presentate da Gal, Area Popolare e Forza Italia mentre secondo Carlo Giovanardi del gruppo Idea il ddl dovrebbe addirittura ritornare in commissione per ulteriori approfondimenti.I nodi sono rimandati alla prossima settimana. Martedì si conosceranno tutti gli emendamenti presentati dai vari gruppi e soltanto allora il Pd darà indicazione più precise per la libertà di coscienza che sicuramente riguarderà l'apertura alle adozioni. Ieri i senatori cattolici del Pd hanno chiesto di riformulare anche l'articolo 3 del testo perché, ha spiegato Stefano Collina, «di fatto apre alle adozioni». Il voto segreto non è escluso visto che molti senatori centristi sono pronti a chiederlo.Ma ci sono altre nubi che si addensano sul cammino del testo. Non a caso il confronto più delicato dentro il Pd è stato rimandato a martedì prossimo ovvero quando sarà passata l'ondata del Family Day fissato per sabato al quale prenderanno parte a titolo personale molti politici anche del Pd come Giuseppe Fioroni. Anche se la Cirinnà insiste sul fatto che la piazza non condizionerà il Parlamento non c'è dubbio che se si schierasse un milione di persone sarebbe difficile soprattutto per i parlamentari cattolici restare indifferenti.E infatti il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, mette le mani avanti. «Se passa la legge Cirinnà sono pronto a promuovere un referendum abrogativo», promette il leader del Ncd perché, spiega, «non sono convinto che una famiglia dello stesso sesso sia compatibile con la nostra Costituzione». Insomma Alfano ed i suoi sono contrari alle nozze gay ma non son disposti a rinunciare alla poltrona per una questione di principio quindi lasceranno che si approvi la legge per poi eventualmente promuovere un referendum abrogativo.Per sollecitare l'approvazione della legge interviene ancora una volta l'Europa. Il segretario generale del Consiglio d'Europa, Thorbjorn Jagland, in un tweet chiede all'Italia «di garantire il riconoscimento legale alle coppie dello stesso sesso» ricordando la sentenza della Corte di Strasburgo del luglio 2015. Nessun accenno però alla stepchild adoption.Ma quanti sono in Italia i figli di coppie omosessuali? Le coppie omo con figli dichiarate all'Istat sono poco più di 500.

Dati ufficiali non esistono ma incrociando quelli Istat sulla popolazione omosessuale si arriverebbe a un migliaio di bambini.

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